Scattano le prime sospensioni per gli operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla struttura del commissario per l'emergenza sono 45.753 mila gli operatori sanitari «in attesa di prima o unica dose», il 2,3% del totale. E a due mesi dal decreto che ha introdotto l'obbligo vaccinale per i professionisti della sanità, sono arrivate le prime sospensioni da parte delle Asl.
In questo lasso di tempo gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno fornito e stanno ancora fornendo i nominativi di tutti i medici e gli infermieri delle diverse strutture sanitarie. Ma il sindacato del servizio sanitario nazionale minimizza. «In Italia i medici non vaccinati sono davvero pochissimi - assicura Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed. «È possibile - precisa - che qualcuno abbia aspettato fino all'ultimo per vedere se da parte delle direzioni degli ospedali o delle Asl si sarebbe proceduto alla segnalazione. Ma credo, parlo per i medici, che tutti abbiano un'idea ben precisa su cosa vuole dire vaccinarsi contro il coronavirus. Per chi è dipendente del Ssn è inaccettabile non vaccinarsi e su questo siamo sempre stati chiari». Il presidente dell'ordine degli infermieri della provincia di Bologna, Pietro Giurdanella, afferma che in questi mesi sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi. «Detto questo - aggiunge - noi abbiamo sempre sostenuto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull'obbligo, c'è una deontologia che va rispettata. Al momento ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti ad intervenire».
In Emilia Romagna sono oltre 14mila gli operatori
sanitari ancora non immunizzati, quasi l'8% del totale, seguono la Sicilia con 9.214 (6,5%) e la Puglia con 9mila, (6,5%). Proprio quest'ultima è una delle Regioni più attive nello «stanare» i professionisti della sanità no vax.
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