Le accuse si sono trasformate in campagna ostile. I racconti sono diventati narrazione. La macchina che si è messa in moto contro gli Alpini dopo il raduno di Rimini pare non fermarsi più. E anche a sinistra ora è scontro.
L'iniziativa l'ha presa un'associazione femminista, «Non una di meno», che ha raccolto numerose testimonianze di donne che hanno lamentato molestie (per lo più verbali) lanciando un appello a raccontare i presunti episodi sessisti che si sarebbero verificati durante il grande evento delle penne nere, nel corso del quale circa 400mila persone sono state ospitate dalla città romagnola.
La grancassa dell'accusa mediatica continua a battere sul tasto del maschilismo. Un video pubblicato su «Fanpage» riporta racconti - anche di palpeggiamenti - e documenta anche qualche avance pesante o sgradevole. Anche la vicesindaco Chiara Bellini ha rivelato alla Repubblica di aver subito in prima persone «battute, fischi e apprezzamenti non richiesti». Le testimonianze si moltiplicano. Ieri era annunciato «un incontro con gli avvocati e con le persone che vogliono denunciare», lo ha fatto sapere un'attivista riminese di «Non una di Meno» dopo che il giorno precedente una denuncia è stata presentata ai Carabinieri da una donna - 26 anni - che avrebbe riferito di essere stata circondata da tre persone in mezzo alla folla, presa per un braccio, strattonata e insultata con frasi sessiste.
Le denunce formali potrebbero dunque aumentare ma al momento quella resta l'unica. E - prima di averne contezza - con tutta la cautela del caso, martedì il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero aveva sottolineato proprio questo: «Fatti, io chiedo fatti concreti, e al momento non ci sono». Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, due giorni fa ha invitato a non prendere sotto gamba la vicenda, parlando di episodi «che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati». Ieri è intervenuta anche la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti: «Quanto viene riportato dalla cronaca è gravissimo» ha detto, evocando una «sub-cultura di prevaricazione del maschile nei confronti del femminile».
Intanto, in rete è stata aperta una petizione che chiede «la sospensione di tutte le adunate degli Alpini» e in 12 ore ha raccolto 11mila firme.
E tuttavia, forse si sta generalizzando, con un clima da «caccia alle streghe». È quello che devono aver pensato anche nella Conferenza delle donne del Pd di Rimini che ha invitato sì a denunciare, ma dissociandosi «da toni accusatori, tesi a incrementare un clima di polemica generalista e qualunquista, che getta un inaccettabile discredito verso un corpo dal valore riconosciuto e indiscusso del nostro esercito». Ed è scoppiato un putiferio di reazioni indignate.
Ma anche il sindaco Jamil Sadegholvaad (Pd) ha frenato decisamente: «Sugli alpini si è creato un clima che non mi piace. Per niente» ha scritto dicendosi pronto ad ospitare nuovamente, e il «prima possibile», l'adunata, che ha definito una «festa di civiltà».
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