«Cari amici romeni l'8 dicembre si terranno le elezioni presidenziali». Esordisce così Roberto Vannacci con una delle sue trovate ad effetto, che stanno diventando virali e sollevano polemiche. Un video di 24 secondi che invita i romeni che vivono in Italia, a votare al ballottaggio per Calin Georgescu, candidato di destra estrema, molto discusso, che strizza l'occhio a Mosca. Non si tratta di mettere in dubbio l'endorsement come europarlamentare, perché suoi colleghi a Strasburgo, come Ilaria Salis, dicono e fanno molto di peggio. Vannacci, però, è anche un generale dell'esercito italiano, seppure in aspettativa prevista dalla legge. E soprattutto così viene percepito dall'opinione pubblica. Un motivo in più per appendere la divisa al chiodo, ma l'autore del Mondo al contrario non vuole saperne di togliere dall'imbarazzo le Forze armate e la Difesa.
«Se ami il tuo Paese, se ami la tua gente, se amate le vostre tradizioni e costumi andate a votare per Calin Georgescu», annuncia l'europarlamentare con le stellette in stand by, in lingua romena. E conclude che Georgescu «rappresenta l'unico cambiamento per la Romania e l'unico vero cambiamento per l'Europa». Gli ucraini che continuiamo giustamente ad aiutare per difendersi dall'invasione russa temono fortemente la vittoria di Georgescu che, pur non schierandosi mai apertamente per Mosca nella guerra, ha più volte preso le distanze dalla Nato e contestato lo scudo anti missile in Romania bollandolo come «una vergogna della diplomazia». E pure sul nuovo zar, Vladimir Putin, non nasconde una certa ammirazione. Vannacci è legato alla Romania a tal punto da parlare la lingua. Sua moglie, Camelia Mihailescu, è nata e cresciuta a Bucarest dove ha studiato diventando una dirigente e docente dell'accademia militare. Georgescu ha vinto a sorpresa il primo turno delle presidenziali, con il 22,9% dei voti, lasciando fuori, per la prima volta dalla fine del comunismo, il candidato socialdemocratico molto europeista.
La sfidante è l'ex giornalista di guerra di centro destra, Elena Lasconi, con il 19,7%. Georgescu, esperto di sviluppo sostenibile, ha avuto incarichi europei e anche come relatore delle Nazioni Unite per i diritti umani. E considera degli eroi nazionali il capo della Guardia di ferro del 1930, Corneliu Codreanu e Ion Antonescu, che è stato giustiziato per il suo ruolo nell'Olocausto. Non proprio angioletti e sono almeno bizzarre alcune sue dichiarazioni complottiste o sul Covid.
Per di più ha vinto soprattutto con una massiccia campagna social su Tik Tok, ma Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia viva, sostiene che «il candidato filo-putiniano è stato reso virale grazie a una rete di influencer pro-russi e follower falsi,
ora rimossi dalla piattaforma». Tik Tok ha negato qualsiasi favoritismo però sono stati eliminati 66.000 account falsi e oltre 10 milioni di follower fake utilizzati per alterare il dibattito pubblico per le presidenziali.
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