La «campana» spegne ottanta candeline

La gioielleria più famosa dell'isola azzurra festeggia il suo simbolo con nuove collezioni

La «campana» spegne ottanta candeline
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Compie 80 la campana di San Michele, portafortuna caprese per eccellenza e simbolo di Chantecler, la più famosa gioielleria dell'isola azzurra. «Doveva essere suonata nel buio della guerra portando un messaggio di pace e amicizia tra i popoli al Presidente Roosevelt e invece fu fatta suonare dal suo successore, Harry Truman, il 15 agosto 1945 quando il secondo conflitto mondiale terminò» raccontano i fratelli Maria Elena e Gabriele Aprea rispettivamente direttrice creativa e amministratore delegato dell'azienda fondata nel 1947 dal loro padre e dal suo immaginifico socio, Pietro Capuano.

Salvatore Aprea era il classico bravo ragazzo che studiava legge e ogni tanto dava una mano alla madre nel negozio di perle, coralli e cammei aperto sul corso principale di Capri. Il signor Pietro era invece un personaggio istrionico. Figlio di gioiellieri napoletani, dal 1935 si era trasferito sull'isola diventando l'anima e il cantore del suo spirito colto e al tempo stesso leggero. Liberata dagli alleati nel 1943, Capri l'anno dopo era diventata sede dell'American Air Force Rest Camp sotto il comando del colonnello Carl E. Woodward.

Capuano contribuisce attivamente alla nascita della dolce vita caprese e il principe di Sirignano lo chiama Chantecler (cantachiaro) alludendo al canto del gallo quando sorge il sole, l'ora in cui tutti si svegliano e Pietro torna a casa dopo una notte di follie. È lui a coinvolgere Salvatore nel progetto della campana di bronzo che parte da Capri e arriva a Washington D.C. dove tutt'ora si trova al Franklin Delano Roosevelt Memorial Museum. Il 32esimo Presidente degli Stati Uniti d'America la ricevette quattro mesi prima di morire e sembra abbia lasciato precise istruzioni per farla suonare all'arrivo della pace. Sta di fatto che l'avventura di Chantecler cominciò e prosegue a 80 anni di distanza sul doppio binario dei pezzi unici da Mille e una notte e sulle campanelle d'ogni prezzo e tipo ma sempre realizzate benissimo e con gusto squisito. Le prime costavano 250 lire ed erano una fedele riproduzione in miniatura della campana della pace.

Arrivano in negozio con i gioielli di Edda Ciano rifatti alla perfezione e a lei è infatti dedicata una campanella in oro giallo e smalto rosso applicato a caldo destinata al costituendo museo di Chantecler. Ce ne sono invece cinque pensate in omaggio ad altrettante iconiche figure femminili amanti di Capri e della sua rinomata gioielleria. Una in brillanti marquise e onice nera è dedicata a Jacqueline Kennedy Onassis, sbarcata una prima volta sull'isola nel 1962 come First Lady degli Stati Uniti e ritornata come Jackie O, padrona del panfilo Christina ma non del cuore del suo ricchissimo proprietario. Quella in oro bianco brillanti e perle è per Audrey Hepburn ai tempi del suo matrimonio con Mel Ferrer conosciuto sul set di Guerra e Pace.

Per Ingrid Bergman che negli anni '50 frequenta Capri con Roberto Rossellini, la campanella ha l'inconfondibile profilo dei faraglioni, del mare e della piazzetta inciso sotto un cielo tempestato di smeraldi e tormaline paraiba. Invece per Mona Bismarck che Cecil Beaton chiamava l'idolo di cristallo con occhi di zaffiro ci sono gocce di cristallo di rocca, punte di zaffiri e diamanti. C'è poi la campana di Marta Marzotto con strisce di diamanti neri alternate a strisce di topazio mandarino che evocano un motivo animalier.

Presentata a Palazzo Cerio proprio di fronte alla chiesa di Santo Stefano che domina la celebre piazzetta, la collezione comprende anche pezzi unici di rara bellezza come la parure di collier, orecchini e anello da cocktail in titanio in tutte le sfumature del mare addizionato a zirconio con incastonati 50 carati di micro diamanti. Ovviamente la storia continua.

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