Campi Flegrei, ecco il decreto. Ma De Luca chiude la borsa

Il ministro Musumeci vara il testo, c'è il piano per l'esodo. La Regione si sfila dai finanziamenti, ci penserà il governo

Campi Flegrei, ecco il decreto. Ma De Luca chiude la borsa
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Il consiglio dei ministri, sotto la regia di Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, vara il decreto Campi Flegrei. Un provvedimento ad hoc pensato per fare fronte al problema sempre più impellente dei Campi Flegrei interessati da un lungo sciame sismico. Un fenomeno che sta accendendo molte preoccupazioni considerando che nell'ultimo mese sono state registrate più di mille scosse.

Il governo sta monitorando attentamente la situazione, e si sta preparando a intervenire con un piano da attuare nell'eventualità di un possibile esodo della popolazione in caso di bradisismo, ovvero un abbassamento o un innalzamento del livello del suolo correlato al vulcanismo che costringe a valutare la vulnerabilità degli edifici, allo scopo di capire su quali strutture intervenire. Il testo elaborato dal ministro Nello Musumeci ha avuto il plauso del governatore campano Vincenzo De Luca: «Credo sia un decreto serio», così come plaude il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. «Il decreto va nella direzione giusta dal punto di vista delle scelte che vengono fatte. Quando le cose non si gestiscono con responsabilità, si hanno grandi danni. Questo è il momento della responsabilità, della competenza e della trasparenza».

Fin qui i fatti e le dichiarazioni ufficiali. Ma sotto traccia si percepisce una certa tensione tra la Presidenza del Consiglio e la Regione Campania perché Palazzo Santa Lucia - che inizialmente in una riunione a Palazzo Chigi sembrava intenzionato a partecipare al finanziamento - si sarebbe tirato indietro lasciando l'onere interamente sulle spalle del governo. La motivazione che De Luca avrebbe fatto propria riguarda la mancata erogazione dei fondi coesione e sviluppo, ma si tratta evidentemente di capitoli di spesa differenti. I fondi alla fine saranno assicurati per 37 milioni dal ministero per la Protezione Civile, con il Dipartimento Casa Italia, e i restanti 15 milioni saranno assicurati a Musumeci dal ministro Giancarlo Giorgetti e quindi dal dicastero dell'Economia.

Il provvedimento si fonda su quattro punti chiave del provvedimento: un piano di esodo in caso di fenomeno bradisismico grave; un programma di controllo sulla vulnerabilità degli edifici; il potenziamento delle strutture di Protezione civile (con il coinvolgimento delle scuole) e un sistema di comunicazione-informazione per la popolazione. Ci saranno, inoltre, come richiesto dai sindaci, anche facilitazioni per l'assunzione di personale tecnico nei Comuni grazie allo stanziamento di apposite risorse attraverso le quali le amministrazioni locali potranno sottoscrivere accordi operativi di programma con soggetti esterni. Il piano di evacuazione, secondo quanto previsto nella bozza, dovrà essere elaborato entro i prossimi tre mesi, e sarà «basato sulle conoscenze di pericolosità elaborate dai Centri di competenza e contenente le procedure operative da adottare in caso di recrudescenza» del fenomeno del bradisismo. La pianificazione sarà testata attraverso esercitazioni del servizio nazionale della Protezione civile. Non si procederà alla nomina di un commissario ad hoc, l'obiettivo è avere procedure chiare e concedere ai sindaci la possibilità e gli strumenti di agire.

Il piano prevede anche la salvaguardia dei beni culturali nella zona dei Campi Flegrei, ma il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha chiarito che «la prima cosa è pensare ai bisogni e alle necessità delle persone».

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