La tagliola dell'aumento del costo dell'energia si sta sempre più abbattendo su cittadini e imprese con il rischio di conseguenze drammatiche per la nostra economia. Con l'arrivo delle bollette di gennaio andremo incontro a una crescita esponenziale del costo di gas ed elettricità e, secondo le stime Nomisma, le nuove tariffe porteranno a un incremento del 61% per il gas e del 48% per la corrente. Nonostante i tentativi del governo di sterilizzare gli aumenti e l'introduzione della rateizzazione dei pagamenti, la situazione è sempre più complicata e non a caso il leader della Lega Matteo Salvini ha lanciato la proposta di un «tavolo energia» con imprese e sindacati per trovare soluzioni rapide ed efficaci contro il caro-bollette. Un'idea avanzata durante l'incontro con ministri e sottosegretari del partito, rivelando di aver parlato con il Presidente del Consiglio Mario Draghi.
L'utilizzo di fondi pubblici nel breve termine è l'unica misura possibile per arginare una situazione che provocherà una vera e propria stangata per le tasche degli italiani ma soprattutto metterà in ginocchio interi settori con conseguenze sull'occupazione. I segnali sono numerosi e colpiscono comparti già in crisi come l'automotive. Molte fonderie come quelle di Torbole nel bresciano sono state costrette a prendere una decisione drastica chiudendo per quaranta giorni a causa della bolletta elettrica monstre di un milione di euro. Se le industrie italiane stanno subendo un duro contraccolpo, non va meglio per gli artigiani e numerose vetrerie rischiano di dover calare i battenti a causa dei costi insostenibili dell'energia per tenere accesi i forni. Una situazione delicata anche alla luce degli ultimi anni difficili a causa del covid che rischia di generare un effetto a catena per la nostra economia poiché tante società di energia dovranno aggiornare a rialzo i contratti con le industrie che a loro volta incideranno nel costo dei prodotti finali colpendo tanto i fornitori quanto i consumatori finali.
Ma la cosa preoccupante, a giudicare dai dati previsionali del Pun (acronimo che indica il prezzo unico nazionale dell'energia elettrica), è che nei primi mesi del 2022 andremo incontro ad aumenti ancor più consistenti.
Come se non bastasse, l'incremento dal 2019 ad oggi del prezzo di mercato dell'energia per chilowattora è di ben sei volte (con un aumento di circa il 500% in più) e la crescita prevista per gennaio e febbraio 2022 è ancor più consistente.
Si è passati da un costo in media di 60.7 euro kWh a gennaio 2021 ai 292,40 di dicembre e le previsioni per gennaio indicano un costo di 410 con un picco di 525 euro per chilowattora a gennaio 2022.
Ancora più gravi gli aumenti che colpiscono il settore del gas con un costo passato da 20.1 euro a gennaio 2021 ai 124 euro di dicembre con una previsione di 180 euro per gennaio 2022.
Se in parte l'aumento del costo di luce e gas è determinato da fattori energetici naturali, le problematiche maggiori sorgono a causa di decisioni politiche internazionali che appaiono sempre più miopi e basate su scelte repentine. È il caso della transizione ecologica animata dal mantra del «tutto e subito» e del «dobbiamo fare in fretta» che ha fatto dismettere gli impianti a carbone e porterà la Germania nel 2022 a chiudere le proprie centrali nucleari.
Puntando tutto sulle energie rinnovabili, si è sottovalutato il fatto che queste fonti di energia non danno la flessibilità degli impianti tradizionali poiché la quantità di energia prodotta dalle rinnovabili dipende da fattori imponderabili e naturali.Così saranno le imprese e i cittadini a dover pagare a caro prezzo le conseguenze di una transizione ecologica sempre più animata da un approccio ideologico e sempre meno da una necessaria progressività nelle scelte.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.