Come un Grinch spietato, la crisi energetica si sta preparando a rovinare il Natale a milioni di italiani. Non bastavano le vie del centro senza luminarie e le case un po' più fredde per risparmiare sul gas, ora perfino la gioia della tredicesima è minacciata dall'inflazione con il rischio di vedere più spazi vuoti del solito sotto l'albero.
Stando ai calcoli del Centro Studi di Confcommercio, che ha analizzato i consumi di Natale e l'utilizzo delle tredicesime, quest'anno gli acquisti medi da tredicesime per le famiglie si ridurranno in termini reali, arrivando ai minimi da 15 anni: la media sarà infatti di 1.532 euro per famiglia (confrontati con i 1.680 del 2021). Pesa l'impatto delle bollette, così come nel 2021, nonostante il volume della tredicesima netta sia in crescita di pari passo con l'occupazione dipendente. Guardando i dati nel dettaglio, nel 2022 il volume delle tredicesime sale a 47,3 miliardi dai 44,7 dell'anno precedente: un aumento dovuto alla crescita dell'occupazione dipendente, ai nuovi pensionati che entrano con maggiori contributi e ad una minore Irpef. Cresce però l'impatto dell'energia, che insieme alle tasse (Imu, Ici, Tasi, tasse auto, canone Rai) portano via 13,5 miliardi, di cui 6 per le bollette. La 13esima disponibile per consumi, tolti i costi e i risparmi desiderati e aggiunte le risorse per il Natale da parte degli autonomi ammonta a 35,8 miliardi, cifra poco differente da quella dello scorso anno (36,2 miliardi).
Secondo Confcommercio, però, c'è una speranza sulla tenuta dei consumi a dicembre, dal momento che a novembre è cresciuta la fiducia dei consumatori e dovrebbe arrivare un certo sostegno dal decreto Aiuti quater. A Natale, gli italiani spenderanno 6,7 miliardi di euro per i regali. Una media di 157 euro pro capite, 540 per famiglia. Inoltre, consapevoli di dover destinare di più ad altre sgradevoli voci di spesa, hanno approfittato del Black Friday, la settimana di maxi sconti a novembre: quest'anno, infatti, le vendite sono cresciute del 14,3% sul 2021. Ci sono stati acquisti per 4 miliardi di euro, rispetto ai 3,5 dell'anno precedente, da 16 milioni di italiani che hanno speso 250 euro a testa.
Per la Confcommercio, nel 2022 ci saranno minori consumi (-0,7%) che porteranno verosimilmente a un periodo di «recessione mite». Tuttavia, il Paese dovrebbe riuscire a sopportarlo con la spinta di aiuti e cuscinetto di risparmi accantonati. Non è però il caso di rilassarsi per il governo, che deve fare il possibile per preservare consumi e potere d'acquisto, questo può fare la differenza tra una recessione solo tecnica e una ben più profonda: «Caro energia e inflazione, che resta alta, pur rallentando, rendono incerto il periodo natalizio», è la riflessione di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. «Per rilanciare la crescita va rafforzata soprattutto la domanda interna, accelerando il patto fiscale annunciato dal governo».
Anche perché, nonostante gli ultimi dati positivi sul lavoro, il 2023 potrebbe portare a un brusco risveglio. Secondo le stime della Cgia di Mestre, infatti, rispetto al 2022 la crescita del Pil e dei consumi delle famiglie è destinata ad azzerarsi e ciò contribuirà a incrementare il numero dei disoccupati, almeno di 63mila unità. I senza lavoro saliranno così a quota di 2.118.000, con il tasso disoccupazione pronto a risalire all'8,4%, vale a dire al livello del 2011. Le regioni italiane più colpite saranno quello del Centro-Sud: la sommatoria dei nuovi disoccupati di Sicilia (12.735), Lazio (12.665) e Campania (11.054) sarà il 58% del totale nazionale.
Per la Cgia soffriranno maggiormente le aziende energivore e legate alla domanda interna. Andranno meglio, invece, le imprese attive a livello globale tra cui quelle che operano nella metalmeccanica, nei macchinari, nell'alimentare e nell'alta moda.
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