Scricchiola la posizione di Gianfranco Fini per quanto riguarda i presunti legami tra lui, la famiglia Tulliani e il "re delle slot machine" Francesco Corallo che era stato arrestato, insieme ad altre quattro persone, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al peculato, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolente del pagamento di imposte.
Il 13 dicembre scorso era stato scarcerato l'ex deputato Amedeo Laboccetta, vicino a Fini perché "non vi sono motivi per ritenere attuale un pericolo di reiterazione del reato", come hanno scritto i giudici nelle motivazioni. Ad oggi non ci sono più rapporti tra Laboccetta e il gruppo Corallo ma "lo stretto legame con Corallo consente di escludere - scrivono i magistrati - l'inconsapevolezza da parte di Laboccetta del contesto nel quale egli operava deliberatamente e consapevolmente".
Nella stessa indagine, riporta il Tempo, erano stati coinvolti anche la moglie, il suocero e il genero di Fini. L'ex presidente della Camera non è stato indagato ma, dal punto di vista politico la sua persona non ne esce benissimo dato che i 327 mila euro con cui è stata liquidata An per la vendita della famosa casa di Montecarlo provenivano dai conti esteri di Francesco Corallo. Nel corso dell'interrogatorio, Laboccetta ha ribadito che Fini non solo conosceva Corallo, ma era stato anche suo ospite in uno dei suoi resort alle Antille.
Corallo era stato poi tra i pochissimi invitati a Palazzo Chigi per il battesimo del figlio che Fini ha avuto con Elisabetta Tulliani. L'ex leader di An, infine, avrebbe usato il nome di suo cognato per aiutare Corallo a realizzare un affare immobiliare a Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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