"Mai stato iscritto al Pd". Ora i tesserati fantasma imbarazzano i compagni

Partita dopo lo scandalo "Mafia Capitale" l'indagine sugli ottomila tesserati: la maggior parte di loro non sanno nemmeno di essere iscritti

"Mai stato iscritto al Pd". Ora i tesserati fantasma imbarazzano i compagni

Iscritti al Partito democratico insaputa ma senza saperlo. Da anni i signori delle tessere democrat hanno fatto il bello e il cattivo tempo. E i vari soloni che si sono alternati alla segretaeria del partito hanno chiusto tutti e due gli occhi pur di non vedere che nei numeri dell'affluenza alle primarie c'era qualcosa che non andava. Così, dopo che l'indagine "Mafia Capitale" ha portato sotto i riflettori dell'opinione pubblica tutto il marcio che c'è al Nazareno, Matteo Renzi si è affrettato a inviare il fidatissimo Matteo Orfini a far pulizia almeno nei circoli capitolini. Telefono alla mano, hanno iniziato a chiamare uno dopo l'altro gli ottomila iscritti. "Scusi, lei è del Pd?". E dall'altra parte della cornetta la maggior parte a rispondere: "Io? Del Pd? Ma mi faccia il piacere".

"Anche se il campione di intervistati non è ancora molto vasto - dice Orfini - iniziamo già a riscontrare anomalie molto preoccupanti". Il bubbone è già esploso. Ma i vertici del Nazareno stanno aprendo gli occhi solo adesso. Non ci volevano certo le chiacchierate tra l'ex Nar Massimo Carminati e il ras delle coop rosse Salvore Buzzi su chi far vincere alle primarie piddì, per capire che i voti venivano stornati all'occorrenza per far vincere i candidati più quotati. Girano i nomi di Tommaso Giuntella e Lionello Cosentino. Le indagini faranno il proprio corso e si vedrà. Intanto è ormai acclarato che dietro alle primarie tanto sbandierate da Renzi ci sia sempre stato un mercato delle vacche. Un tesseramento dopato tra i boss del partito a cui interessava unicamente contarsi internamente. Una prova di forza, niente più. Per incidere maggiormente all'interno del Nazareno. "Molti miei colleghi - racconta un esponente piddino al Messaggero - regalavano a Natale tessere agli amici più stretti per crearsi una clientela da usare al momento più opportuno". Tessere che i mal capitati si dimenticavano pure di avere. Tanto che, in questi, a domanda rispondono: "Non sono mai stato iscritto al Pd".

Molto presto, con l'aiuto di Fabrizio Barca, Orfini estenderà l'analisi dei tesserati a tutta Italia. Non è solo a Roma che gli iscritti lievitano o diminuiscono a seconda dell'occasione. Napoli, per esempio, è maestra in questa arte. Dopo tutto anche se si va a controllare le sedi del Partito democratico qualcosa non torna.

"In questi anni di carrierismo sfrenato molti papaveri del partito si sono creati un circolo ad hoc sotto casa - denuncia Simone Canettieri sul Messaggero - un comitato elettorale da far vivere pochi giorni all'anno solo per i grandi eventi". Anche su questo problema Orfini sembrerebbe pronto a intervenire.

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