Caso Regeni, ora Al Sisi nega: "Non sono stati i nostri servizi"

Il presidente egiziano torna a parlare dopo la rottura diplomatica con l’Italia: "Noi trasparenti, è stato ucciso da gente malvagia". Poi l'accusa ai giornalisti: "I nostri media rilanciano menzogne, il problema l’abbiamo creato noi"

Caso Regeni, ora Al Sisi nega: "Non sono stati i nostri servizi"

"Noi egiziani abbiamo creato un problema con l'assassinio di Giulio Regeni". In un incontro con esponenti politici, sindacati e ong in parlamento, Abdel Fattah al Sisi ha ribadito le condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano, ma ha anche negato che i servizi di sicurezza egiziani siano dietro all'omicidio. Senza fornire altri dettagli il presidente egiziano ha, invece, sostenuto che dietro le torture e i pestaggi, che hanno portato alla morte di Regeni, c'è "gente malvagia". "Il problema per l'Egitto - ha poi detto - è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di menzogne".

Gli sviluppi del caso Regeni e la cessione della sovranità delle due isole strategiche del Mar Rosso, Tiran e Sanafir, all'Arabia Saudita sono stati i temi centrali dell'incontro di oggi tra il presidente egiziano, i portavoce dei gruppi parlamentari e del Consiglio nazionale per i diritti umani, i leader dei sindacati e dei gruppi editoriali. L'incontro di oggi arriva dopo che l'ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari, è stato richiamato a Roma per consultazioni a causa della mancanza di progressi nelle indagini sull'omicidio di Giulio Regeni e nel mezzo delle proteste dei cittadini egiziani contro la cessione delle due isole a Riad. "Dobbiamo stare attenti a menzogne e accuse da parte di persone attorno ai noi, noi egiziani, che hanno trasmesso e pubblicato queste accuse e queste menzogne - ha detto - siamo noi che abbiamo creato questo problema per l'Egitto. Siamo noi - ha ribadito - che abbiamo creato il problema per l'Egitto dell'uccisione del giovane italiano".

Secondo al Sisi, che ha i media locali e internazionali a "non dipendere dai social network per scrivere i loro articoli sull'Egitto", tali notizie sono state poi utilizzate dai media internazionali per lanciare accuse contro le forze di sicurezza.

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