Ecco il tesoretto dei parlamentari

Al lordo un parlamentare porta a casa quasi 20mila euro al mese: 5mila come stipendio netto, altri sette come rimborsi che non bisogna dichiarare al Fisco

Ecco il tesoretto dei parlamentari

Alcuni taglietti ci sono stati, ma sono taglietti, appunto. Stiamo parlando dei costi della politica, con particolare riferimento a quanto percepiscono i parlamentari. Un bel gruzzolo, non c'è che dire. Deputati e senatori sfiorano i 20mila euro al mese (lordi), suddivisi tra stipendio netto, diaria, rimborsi obbligatori, viaggi, telefono e altre voci (spese certificate e trattenute). Un deputato porta a casa circa 11.780 euro al mese, pari a 140mila all'anno. Il costo lordo, per lo Stato, è pari a 230mila all'anno. Se ci spostiamo a Palazzo Madama, invece, si arriva a 12.250 euro al mese per ciascun senatore (147mila all'anno), con un esborso complessivo, per le casse dello Stato, pari a 236mila euro all'anno. Moltiplicate queste cifre per 630 deputati e 315 senatori (più quelli a vita) e avrete il totale del costo del parlamento, solo per ciò che concerne i politici. Ovviamente poi c'è tutto il resto (dipendenti, pensioni, ecc.).

Come scrive oggi il Fatto quotidiano a spulciare bene i conti si scopre che c'è un tesoretto esentasse che finisce nelle tasche dei nostri parlamentari. Di cosa si tratta? Lo vediamo subito. Tra le varie voci nella busta paga degli onorevoli ce ne sono alcune che rientrano tra la parte "non imponibile". Si tratta, in poche parole, dei rimborsi automatici che le Camere pagano senza la presentazione di alcuna ricevuta o scontrino. Al mese sono circa 6.780 euro per i deputati (81.588 all'anno) e 7.240 euro per i senatori (86.880). Su questi soldi non si pagano tasse, essendo inquadrati come rimborsi (ma senza alcun rendiconto, come dicevamo). Se moltiplicate i circa 80mila euro all'anno per 5 anni di legislatura, si superano i 400mila euro. Una bella cifretta. All'ex ministro Giancarlo Galan, quando fu chiesto conto del proprio tenore di vita superiore alle sue possibilità, rispose dicendo che la Guardia di finanza nei suoi confronti non aveva tenuto conto della parte non imponibile dei suoi stipendi da deputato. Proprio quello di cui abbiamo parlato sopra.

Dimenticavamo un particolare importante: per portare a casa tutti i soldi, senza decurtazioni, a ciascun parlamentare è sufficiente recarsi in Aula, dal martedì al

giovedi, partecipando ad almeno il 30% delle votazioni giornaliere e facendosi vedere in Commissione. Ovviamente un politico assenteista riceve meno soldi, così come chi è parlamentare ma continua a svolgere un altro lavoro.

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