Catania 26 dicembre. Sono le 3.18 e tutta Catania dorme. Una forte scossa di terremoto mangnitudo 4.8 squarcia la notte. È paura e panico. Nelle case si raggiungono i bambini nelle loro stanze per portarli in salvo, si cerca di ripararsi come si può e poi si esce in strada. Gli edifici distrutti sono decine, le macerie invadono le vie. E se viene giù a Pennisi persino la statua di Sant'Emidio, il santo che protegge dai terremoti, allora viene meno anche la speranza. «Siamo vivi per miracolo» dice una coppia che vive a Fleri con i due figli in una casa che è crollata. «Eravamo a letto e ci siamo svegliati improvvisamente per il forte rumore e abbiamo visto le pareti crollarci addosso. I mobili ci hanno protetti dai muri che venivano giù». Sempre a Fleri un 80enne è stato estratto vivo dalle macerie così come un abitante di Pisano. È in queste zone, quelle di Zafferana Etnea, che si sono registrati i danni maggiori, vista anche la presenza di case vecchie, la gran parte delle quali abbandonate. Crolli si sono registrati anche a Santa Venerina. È scesa in campo la Sovrintendenza delle Belle Arti di Catania per i danni alle chiese di Milo e Fleri. A Santa Venerina sono caduti calcinacci dalla chiesa madre, Santa Maria del Carmelo in Bogiardo, ed è crollata la statua della Madonna dal campanile della chiesa del Sacro Cuore, risparmiata dal terremoto del 2002.
Altri comuni colpiti sono Acireale, Aci Sant'Antonio, Aci Catena e Aci Bonaccorsi. Ci sono in tutto 28 feriti, non gravi. In particolare hanno riportato piccole ferite, fratture e traumi dovuti alla caduta di calcinacci, e alcuni sono in stato di choc. L'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, riferisce che la scossa ha avuto epicentro a 2 chilometri a nord di Viagrande, sul versante dell'Etna, e ipocentro a un chilometro di profondità. Il terremoto è stato il più forte, con un altro di magnitudo 3.3 a 4 chilometri a nord di Aci Sant'Antonio all'1.09, di uno sciame sismico che dalla mezzanotte del giorno di Natale è stato registrato sui versanti dell'Etna. Un'altra scossa 2.8 si è registrata nel pomeriggio di ieri. È stato chiuso e poi riaperto al traffico un tratto della A18, la Catania-Messina nel percorso Acireale-Giarre, per la presenza di lesioni sospette sull'asfalto.
La macchina dei soccorsi si è messa in moto subito. Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ha convocato a Roma il Comitato operativo per fare il punto sul terremoto, ha sorvolato in elicottero con il prefetto di Catania, Claudio Sammartino, i comuni più colpiti dal sisma. In prefettura a Catania si è tenuta ieri una riunione operativa che «è servita ha detto Borrelli per coordinare le attività di intervento». È stato istituito un team di Protezione civile per operare a supporto dei comuni maggiormente colpiti, dove sono all'opera squadre dei Vigili del fuoco, carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza, polizia locale, volontari, 118 e Protezione civile. Il prefetto ha fatto aprire scuole e palestre comunali per accogliere chi ha paura a rientrare in casa, mentre chi è impossibilitato perché la casa è inagibile sarà ospitato in albergo. Ci sono almeno 600 sfollati. «Vicino alle popolazioni del catanese. Seguo gli sviluppi in costante contatto con il capo del Dipartimento della protezione civile e con il sottosegretario Vito Crimi.
Ringrazio la macchina dei soccorsi e auguro ai feriti una pronta guarigione» scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Vicina e solidale» ai siciliani il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Luigi Di Maio annuncia su facebook che oggi sarà nel catanese. Matteo Salvini ringrazia in un tweet i pompieri al lavoro.
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