Una catastrofe che ci costerà due miliardi e mezzo

La coperta è corta, la priorità è chiara e le chiacchiere non servono

Una catastrofe che ci costerà due miliardi e mezzo

Un indice indiretto terribilmente significativo dei danni e del costo del terremoto ancora in corso nell'Italia è dato dal numero di vittime, che già supera le 120 persone. Nel terremoto del L'Aquila del 2009, il cui costo accertato al 2015 è di circa 10 miliardi - il 40% per l'emergenza e il soccorso e il 60% per la ricostruzione - le vittime sono state 309, ossia quattro volte tanto. La popolazione coinvolta fu di 70 mila unità, pertanto il costo per persona è stato sin qui di circa 140 mila euro pro capite su un territorio ristretto, con infrastrutture e beni culturali importanti. La spesa di 85 mila euro per abitante per la ricostruzione può essere così divisa sommariamente: 25 mila per le abitazioni e le loro urbanizzazioni, 25 mila per le altre unità immobiliari (aziende, attività commerciali, alberghi e pubblici esercizi, scuole, unità sanitarie, chiese, uffici pubblici ecc.) e le loro urbanizzazioni primarie e 35 mila per le infrastrutture del territorio e le spese generali. La stima della popolazione colpita dal sisma attuale è incompleta. Si tratta di 2.700 persone ad Amatrice; di altre 700 ad Accumoli e di 1.200 ad Arquata del Tronto nelle Marche, cui si aggiunge Norcia, che conta 5 mila abitanti, ma ha danni più contenuti. In totale 9.500 residenti sparpagliati su un vasto territorio cui si aggiunge un notevole numero di turisti nelle seconde case, negli agri turismo, negli altri esercizi ricettivi. L'area colpita è ricca di beni culturali con valori religiosi oltreché storici e artistici. Anche la nuova scossa di ieri ha riguardato un'area ricca di beni culturali, religiosi e storici. Essa ha colpito due Comuni nel Perugino, Cascia che ha 3.200 abitanti e Cerreto di Spoleto che ne conta 1.200; tre Comuni in provincia di Macerata (Castel Santangelo sul Nera, Visso e Ussita) con 1.700 abitanti e due in provincia di Ascoli Piceno (Montemarco e Montegallo) con altri 1.200 abitanti. La popolazione colpita dalla seconda scossa è di circa 7.100 abitanti. Sommati ai circa 9.500 della prima si arriva a 16.600 residenti oltre ai turisti. Con i dati del terremoto de L'Aquila sin qui accertati di 140 mila euro per abitante di cui 85 mila per la ricostruzione e il resto per i soccorsi di emergenza e nelle varie fasi il costo è di 2 miliardi e mezzo. Non tutti questi fondi vanno stanziati e spesi nel 2016 e nel 2017. Ma sicuramente nei due esercizi va impegnata una buona quota delle spese di emergenza: il costo del lavoro nelle macerie, per il recupero delle vittime; il costo delle cure ospedaliere e della assistenza per gli sfollati dai luoghi del sisma. Ma anche una parte non indifferente delle spese di ricostruzione va impegnata nel 2016 -2017. Bisogna ripristinare le opere pubbliche e i servizi di pubblica utilità danneggiati, occorre esaminare quale parte del patrimonio edilizio e delle sue urbanizzazioni sia stata lesa, e quale no; occorre puntellare gli edifici pericolanti e salvaguardare i beni culturali con interventi rapidi; occorre programmare le fasi successive. Somme che Renzi non può più destinare ai suoi bonus.

L'Unione europea per le calamità naturali concede margini di flessibilità per il deficit, ma il quantum della flessibilità consentita ha un limite invalicabile, derivante dalla necessità di ridurre il rapporto debito Pil. La coperta è corta, la priorità è chiara e le chiacchiere non servono.

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