Lo avevano detto che non avrebbero rispettato le disposizioni della questura. E così facendo hanno mandato in tilt il centro di Milano per il sedicesimo sabato di fila. È la strategia dei No Pass: bloccare la città, creare disagi, ignorando le prescrizioni. Consapevoli che tanto le forze dell'ordine non li caricheranno perché la linea del Viminale resta quella del contenimento. A Milano come a Trieste, Torino e Novara. Ancora tensioni, scontri, lanci di bottiglie, giornalisti presi di mira. La protesta va avanti e l'indomani si fanno i bilanci.
Nonostante l'orario e il percorso del corteo fosse stato prescritto in modo specifico dal questore di Milano Giuseppe Petronzi, i No Pass hanno deviato l'itinerario bloccando il traffico. Alla fine dell'ennesima giornata di passione per i milanesi, ancora una volta ostaggio della protesta di una minoranza, il bilancio è stato di 11 persone denunciate e 115 identificate. Sono stati emessi anche due fogli di via dal capoluogo lombardo per un anno. L'obiettivo dei No Pass era chiaramente quello di creare confusione e bloccare il traffico. Soltanto 700 persone, da quanto è stato ricostruito dalla questura, hanno seguito il percorso indicato. Oltre tremila manifestanti hanno invece vagato lungo le vie della zona Crocetta e Beatrice d'Este con il deliberato scopo di creare il caos. Risultato: circolazione bloccata e automobilisti esasperati, alcuni dei quali sono stati anche spintonati e presi a calci perché si lamentavano. Anche i cronisti e i teleoperatori che seguivano la manifestazioni sono stati in più occasioni insultati e minacciati. Tra i denunciati, infatti, ci sono anche due No Pass che hanno aggredito un giornalista. Nonostante il mancato rispetto di gran parte del percorso, comunque, il dispositivo della questura è riuscito a preservare le strade più importanti delle attività commerciali, che erano proprio uno degli obiettivi dei manifestanti. Stesso copione a Trieste. Anche qui il questore aveva imposto un itinerario ad hoc al Coordinamento No green pass per tutelare gli obiettivi sensibili e limitare i disagi alle attività commerciali, ma una parte dei manifestanti si è comunque diretta verso piazza dell'Unità d'Italia, vietata dal prefetto. È qui che sono cominciati gli scontri con la polizia. Alla fine sono state denunciate 18 persone, tra cui la promotrice della manifestazione, e notificati 6 fogli di via a persone non residenti in città. Ma la questura sta ancora visionando i filmati del corteo per individuare altri responsabili dei disordini. Anche chi ha partecipato alla protesta senza rispettare il distanziamento e senza mascherine potrebbe essere sanzionato, così come previsto dall'ordinanza del prefetto per cercare di arginare il boom di contagi. In Friuli-Venezia Giulia, infatti, i casi sono triplicati in un solo giorno e la regione potrebbe essere la prima a tornare in fascia gialla proprio per colpa delle manifestazioni fuori controllo. Tremila persone hanno sfilato a Padova. Anche qui sono stati presi di mira i giornalisti, ma non ci sono stati incidenti. Idem a Torino con un migliaio di No Pass che si sono fermati davanti alla sede Rai al grido «giornalisti terroristi». È stata necessaria una carica di alleggerimento della polizia contro 400 anarchici.
A Novara c'erano un'ottantina di persone in piazza, ma questa volta i riferimenti ai lager sono stati fatti a Trento, dove alcuni dimostranti hanno sfilato travestiti da deportati annunciando quale prossima mossa il boicottaggio dei mercatini di Natale.
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