Il centrodestra: "Le femministe rimaste mute". Caso in Europa

La politica italiana in prima linea contro l'ingiustizia subita: il centrodestra dalla parte di Angela

Il centrodestra: "Le femministe rimaste mute". Caso in Europa
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La boxe femminile diventa l'ennesimo scontro di civiltà. Con tanto di strascico nella dialettica politica estiva. Angela Carini ha fatto bene a gettare la spugna dopo 46 secondi? La sua avversaria (Imane Khelif) combatteva ad armi pari? Per una volta la sinistra si trova a fare spallucce davanti al dolore e all'umiliazione di una donna preferendo ribadire, per voce di Laura Boldrini e di Vladimir Luxuria, l'importanza dell'ideologia gender. «L'algerina non è una pugile imbattibile - spiega Luxuria -. La forza, la rabbia di questo pugno credo sia stata fomentata da tutte queste polemiche. Immagina una donna che da tre giorni le viene chiesto cosa ha in mezzo alle gambe». L'ex presidente della Camera definisce le proteste di chi ha visto la nostra Carini vittima di un'ingiustizia una «polemica surreale». Se per il resto il centrosinistra resta muto, la destra difende la nostra pugile. «Strano il silenzio delle femministe» commenta ironico il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa. Fabio Rampelli (FdI) parla di fatto «vergognoso» ed esprime piena solidarietà all'atleta italiana. «Ancora una volta - commenta la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli - regole contraddittorie, estremismo ideologico, politically correct, alterano non solo i risultati ma anche i sacri principi olimpici, che dovrebbero vedere gli atleti misurarsi su un piano di parità». «Vedere Angela in lacrime è un dolore. A lei va il nostro abbraccio - commentano Raffaella Paita e Daniela Sbrollini di Italia viva -. Occorre però uscire dall'ideologia e dalla strumentalizzazione. Lo sport dovrebbe regolare adeguatamente casi come questo perché non si determinino disparità».

E il presidente del Senato, Ignazio La Russa, aggiunge: «Il pianto di Angela ci colpisce ma il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla». Il caso intanto arriva anche a Strasburgo dove l'eurodeputata di Fratelli d'Italia Elena Donazzan ha presentato un'interrogazione parlamentare.

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