Cgil, la "fuga" della Lamorgese: "Perché nasconde la verità?"

Oggi in Aula il ministro dell'Interno risponde sull'assalto alla Cgil. Ma è solo il question time. Ira di Fdi che aveva chiesto l'informativa: "È una vergogna"

Cgil, la "fuga" della Lamorgese: "Perché nasconde la verità?"

Se non è una fuga, poco ci manca. O forse solo un modo per spostare dopo i ballottaggi di domenica un dibattito parlamentare decisamente scivoloso per Luciana Lamorgese. Perché mentre s’infervora lo scontro sull’assalto di Fn alla Cgil, con il centrodestra preso di mira dagli avversari a poche ore dal voto, la discussione sui buchi della sicurezza (di competenza del Viminale) arriverà in aula solo ad urne chiuse. Il 19 ottobre, per la precisione. In quella che Giorgia Meloni già definisce “una vergogna”.

Martedì prossimo sarà comunque un giorno difficile per l’ex prefetto. Prima l’informativa alla Camera alle 14, poi il bis al Senato a Palazzo Madama. Sul piede di guerra c’è ovviamente l’opposizione, con FdI pronta a chiedere conto di ogni errore al vertice del ministero dell’Interno. Ma anche nella maggioranza ribolle il risentimento. Lega in primis, ma anche altri pezzi della coalizione Draghi ritengono inammissibile la facilità con cui una manifestazione statica è degenerata in assedio. Non solo alla sede della Cgil, ma anche ai palazzi del potere, con tanto di "dichiarazione di guerra" un’ora prima del blitz. Perché nessuno ha fermato Castellino, Fiore e i no pass agguerriti? "Vogliamo capire se siamo di fronte davvero a movimenti eversivi - attacca Andrea Delmastro Delle Vedove - E sapere chi ha sottovalutato l'annuncio dal palco un'ora prima dell'attacco alla Cgil". Anche Salvini, giusto per aggiungere carna al fuoco, si dice “preoccupato per il Paese”. E precisa che “di alcuni ministri”, leggasi Lamorgese, non si fida. Il clima insomma è incandescente.

Che l’informativa sia stata fissata solo per il 19, dunque 10 giorni dopo i fatti di sabato scorso, ha irritato non poco diversi partiti in Parlamento ("fa orecchie da mercante", dicono da FdI). Il ragionamento è questo: un corteo non autorizzato coglie di sorpresa il sistema di sicurezza, distrugge la sede di un sindacato, arriva alle porte di Palazzo Chigi, pone sotto assedio le istituzioni, e il ministro riferisce in Aula quasi due settimane dopo? "Riteniamo gravissimo il fatto che le forze del centrosinistra abbiano avallato tutto questo”, tuona il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. Appare chiaro, a molti di Fdi, che spostare il tutto a dopo le elezioni sia solo un modo per disinnescare un ordigno potenzialmente esplosivo per i candidati sindaci di centrosinistra. Per “trascinare” Lamorgese in Aula, Fratelli d’Italia è dovuta ricorrere al question time, "residuo strumento parlamentare", che si terrà oggi alla Camera. Ma il bicchiere è solo mezzo pieno. "Lamorgese viene in Aula solo perché siamo dovuti ricorrere ai residui strumenti parlamentari per trascinarcela", insiste Delle Vedove. "Altrimenti avrebbe continuato a scappare, recalcitrante com'è nello spiegare le clamorose falle del sistema di sicurezza".

A chi le chiede se è soddisfatta di vedere oggi il ministro in Parlamento, la Meloni fa infatti notare che una cosa è l’interrogazione e un’altra l’informativa. Differenze sostanziali. Il question time si svolge così: un minuto di illustrazione della domanda, tre minuti di risposta del ministro, due minuti di replica dell’interrogante. Poi fine. A prendere la parola, di solito in un’Aula deserta, è solo il partito che presenta la questione. Gli altri non possono fare alcunché. In più Lamorgese risponderà solo a quanto viene indicato nella domanda, che per regolamento può essere solo su un tema ben preciso e di lunghezza limitata. Dunque poco o niente. Nell’informativa invece l’illustrazione dei fatti è molto più ampia e dettagliata, copre tutti i punti di quanto accaduto alla manifestazione, non solo un tema specifico. Inoltre tutti i partiti possono prendere la parola e il dibattito si fa molto più ampio.

Dunque anche più scivoloso per la titolare del Viminale. “È evidente che Governo non vuole che si faccia chiarezza su quanto avvenuto sabato - dice Galeazzo Bignami - Già questo è inquietante. Per quale motivo altrimenti sottrarsi e nascondere la verità?”.

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