L'accordo per il cessate il fuoco annunciato ieri - e che scatta stamani alle 10 - segue i contorni della risoluzione 1.701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che pose fine alla guerra di 36 giorni tra Israele e Hezbollah nel 2006, ma che fu attuata solo parzialmente.
L'accordo prevede che L'esercito israeliano si ritirerà completamente dal sud del Libano, mentre Hezbollah sposterà le sue armi pesanti a nord del fiume Litani, circa 25 km a nord del confine. L'esercito di Beirut entrerà nel sud del Libano per un periodo cuscinetto di 60 giorni e la gestirà assieme alla forza di pace dell'Onu già esistente. Le dispute di confine di lunga data saranno discusse dopo il periodo di ritiro di sessanta giorni.
Il coordinamento con la parte libanese avverrà attraverso l'ufficio del capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, il generale Michael E. Kurilla. L'organo di coordinamento includerà la Francia, il cui coinvolgimento è stato voluto da Washington e Beirut. Secondo la fonte, Israele si sarebbe convinto ad accettare il coordinamento di Parigi solo dopo che la Francia ha indicato di non voler procedere all'applicazione della sentenza della Corte penale internazionale sull'arresto di Netanyahu.
L'Idf potrà agire non solo nel caso di attacchi a Israele, ma anche contro i tentativi di Hezbollah di accrescere la propria potenza militare.
È una «guerra tra le guerre» in Libano, ha spiegato la fonte, facendo riferimento agli sforzi fatti da Israele per impedire che le armi iraniane raggiungessero i proxy attraverso attacchi aerei e operazioni di intelligence, principalmente in Siria.
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