"Che ci fa qui...?". E per Emiliano finisce male

Michele Emiliano si reca dalla Cgil per solidarizzare, ma viene accolto da una protesta. Cosa c'è dietro il risentimento della sinistra sindacale

"Che ci fa qui...?". E per Emiliano finisce male

Sembra un paradosso ideologico, ma è avvenuto per davvero: Michele Emilano è stato contestato dalla Cgil di Nardò per il presunto apporto politico ad alcuni movimenti che oggi l'ex magistrato vorrebbe sciogliere.

Fischi, urla ed un chiaro e nitido: "Come ci si sente a lavarsi la faccia così?!". Dal video che sta circolando in rete in queste ore, emergono pure un "che c'è venuto a fare qui?" ed un "chi ha portato i voti ai fascisti?". Il tutto rivolto sempre ad Emiliano. Come mai queste rimostranze nei confronti di un leader di sinistra?

Il presidente della Regione Puglia si è recato in visita alla sede sindacale della cittadina pugliese per esprimere la sua solidarietà ai lavoratori dopo i fatti di Roma che hanno avuto luogo ieri, ma più di qualche iscritto al sindacato - come premesso - non ha apprezzato il gesto. Le scene iniziali del filmato dimostrano un malcontento generale.

Sul profilo della Cgil di Lecce, che ha postato il video della contestazione e dell'intervento che Emiliano ha poi tenuto, si legge quanto segue: "Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, raccoglie l'invito della segretaria generale della Cgil #Lecce e porta la solidarietà anche alle compagne e ai compagni della Camera del Lavoro di #nardó: "Forza Nuova e Casapound vanno sciolte". E ancora, Emiliano ha promesso: "che si impegna a dare continuità a questo primo incontro, dando un contributo a ricompattare le forze antifasciste neretine". Insomma, il presidente della Regione Puglia è per lo scioglimento di formazioni che oggi ritiene estremiste. Una posizione correlata all'attacco dei No Green Pass e dei No Vax nella capitale. Ma per più di qualcuno Emiliano, così facendo, fa di nuovo del "situazionismo" il suo paradigma. A sottolinearlo sono fonti locali che abbiamo voluto sentire in merito.

Nell'agosto del 2020, infatti, Emiliano ha siglato un accordo politico con Pippi Mellone, sindaco di Nardò che proviene proprio dalle fila di Casapound. Stando ad un articolo scritto da Pasquale Napolitano per ilGiornale durante il periodo in cui i due hanno trovato l'intesa, Mellone in passato avrebbe avuto pure un "flirt" con Forza Nuova. In questo senso, Emiliano viene ritenuto un simbolo di tatticismo. E per questo ieri alcuni iscritti della Cgil di Nardò non hanno accolto il governatore della Puglia con rose e fiori. In ogni caso, sul suo profilo Facebook, l'ex magistrato oggi scrive che: "La Regione Puglia come istituzione chiederà prima al consiglio regionale, poi al governo, poi al prefetto, al ministro degli Interni di agire con assoluta durezza applicando la legge esistente". Il riferimento è allo scioglimento dei movimenti di cui sopra.

E lo stesso sindaco di Nardò Pippi Mellone, ad onor del vero, ha voluto subito sgomberare il campo da ogni dubbio, annotando, sempre via social, come "la violenza" non possa "mai essere tollerata, giustificata o assolta". E ancora: "Condanno fermamente i fatti di Roma - ha scritto il primo cittadino - ed esprimo la mia piena solidarietà alla Cgil con le sue varie articolazioni, da Roma a Bari, da Lecce fino alla mia città, Nardò". Mellone ha posto accenti pure sulla collaborazione della Cgil.

Ma per alcuni iscritti della Cgil tutto questo non basta: "Io il pugno lo posso alzare", dice Emiliano durante la protesta.

La risposta è questa: "C'è Casapound in consiglio comunale, Pippi Mellone ha detto che il fascismo non esiste". Per Emiliano, quella di Nardò è una "storiella locale". Per chi contesta, invece, l'accordo di Nardò nasconde responsaiblità politiche.

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