Chiusa l'A26, Genova è isolata

Decisione dopo un summit Autostrade-Pm. Allerta Po, esonda il Ticino

Tiziana Paolocci

Svolta nell'indagine sui falsi rapporti di sicurezza sui viadotti. Ieri alle 21.30 la Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l'Italia, d'accordo con i pm, ha comunicato la chiusura in entrambe le direzioni dell'autostrada A26, compresa tra l'allacciamento con l'autostrada A10 e lo svincolo di Masone. La misura viene assunta per consentire l'esecuzione di verifiche tecniche sui viadotti Fado Nord e Pecetti Sud, presenti in tale tratta. La chiusura è stata dunque caldamente consigliata dalla Procura di Genova, poichè sulle due tratte sono stati riscontrati gravi ammaloramenti sui quali sono attese ora le verifiche di sicurezza da parte della società concessionaria.

Ma la decisione crea disagi per la circolazione stradale a Genova e dintorni, considerando il crollo di Ponte Morandi e il viadotto sull'A6. «Genova è totalmente isolata: è tornata ad essere probabilmente quella che era negli anni '30», ha detto il governatore ligure Giovanni Toti che ha continuato: «La sicurezza dei cittadini dopo quello che abbiamo vissuto viene prima di qualunque altra cosa. Auspichiamo si facciano tutti i più accurati controlli del caso ovviamente, certo restiamo stupefatti che si arrivi a 1 anno e 4 mesi da ponte Morandi a provvedimenti così drastici senza che prima nessuno abbia pensato di intervenire». E c'è paura. Nel weekend lo spettro erano state le frane. Ieri invece fiumi e laghi, ingrossati dalla pioggia dei giorni scorsi. Il maltempo non ha dato tregua a Pavia e tra domenica notte e ieri mattina il Ticino è esondato lungo il Borgo Basso. L'acqua ha invaso via Milazzo superando gli argini. Nell'Alessandrino, il livello del fiume Bormida e del Tanaro sono scesi, ma rimangono 200 le persone sfollate ripartite tra vari comuni e 160 quelle isolate. Molti ancora i disagi per le strade, a causa di frane e allagamenti e anche ieri è rimasta chiusa la ferrovia Acqui-Alessandria. «In Piemonte ci sono almeno 130 strade chiuse, dunque una regione completamente bloccata con oltre 550 sfollati che hanno dormito negli alberghi messi a disposizione dalla protezione civile e altre 600 persone almeno isolate nell'acquese e nel Bormida», ha dichiarato il governatore Alberto Cirio, annunciando la richiesta di stato di calamità.

A Venezia il fenomeno dell'acqua alta è sempre più frequente. «Non è possibile vivere così - detto il sindaco Luigi Brugnaro -. Questa situazione non è il Mose che la risolve, vanno fatti marginamenti e se non sono opere legate al Mose, sono della Legge speciale che va finanziata e fatta in maniera veloce». Il Po, invece, viene costantemente monitorato anche a Piacenza e a Cremona, dove il livello di attenzione nelle ultime ore è stato elevato da arancione a rosso.

A Montemarciano, in provincia di Ancona, un tratto di circa 50 metri del lungomare è stato distrutto dalla violenta mareggiata. Critiche anche le condizioni in Calabria, alcune strade erano state invase dall'acqua a Reggio e Lamezia Terme. Sorvegliati speciali anche i fiumi in Basilicata.

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