Sulla riforma delle pensioni è battaglia nel governo. I tecnici si stanno concentrando intorno a soluzioni che consentano innanzitutto ai lavoratori anziani che perdono il posto e non riescono a ritrovare un’occupazione di andare in pensione con qualche anno di anticipo prendendo però un assegno più leggero o solo un minianticipo della pensione da restituire poi in piccole rate dal momento in cui decorre la pensione ordinaria. Si tratta del cosiddetto prestito pensionistico già lanciato dall'ex ministro Enrico Giovannini. Il governo starebbe, infatti, lavorando all'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi. "Si tratta di una nuova opzione donna - spiegano tecnici dell’Esecutivo - che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo". Per i lavoratori che perdono l’occupazione a pochi anni dalla pensione, il governo starebbe invece studiando l'opzione uomo. Sull"opzione donna" per consentire alle lavoratrici di uscire con qualche anno di anticipo, ma con l’assegno interamente calcolato con il contributivo spuntano i primi calcoli.
Ci perderebbero in media il 25- 30%, ma Renzi potrebbe dire di aver fatto un primo passo per permettere, come aveva detto qualche tempo fa, alla lavoratrice che diventa nonna e che vuole godersi il nipotino di uscire prima. In realtà, gli interventi ora allo studio sarebbero appetibili solo per chi non ha alternative, nel senso che ha perso il lavoro e gli mancano alcuni anni per la pensione. Si tratta cioè di soluzioni che avrebbero il merito di evitare il formarsi di nuovi esodati. Ma difficilmente potrebbero risultare convenienti per chi invece un lavoro ce l’ha.
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