Confermata la produzione di cinque modelli a Melfi, ma resta l'incognita sul destino dell'indotto che occupa, tra diretti e indiretti, circa 9mila lavoratori. È il bilancio in chiaroscuro del tavolo Stellantis che si è svolto ieri al ministro delle Imprese e del Made in Italy. «Il governo ha già dato, ora è l'azienda a dover dare all'Italia», ha detto Adolfo Urso, augurandosi che sia trovata «una convergenza» tra l'ottimizzazione del profitto di Stellantis e «il rafforzamento dell'industria cuore del sistema Italia». Monta intanto la protesta dei sindacati, complice la significativa assenza al vertice dell'ad di Stellantis, Carlos Tavares. I tavoli previsti sono complessivamente sette. Stellantis «ha gettato la maschera», si legge in una nota dei segretari generali di Cgil Basilicata, Fiom Cgil Basilicata e Cgil Potenza. «L'azienda proseguono non fa chiarezza sulla tenuta produttiva e occupazionale» di Melfi e dell'indotto. Mancano inoltre «un quadro sui tempi di inizio produzione dei nuovi modelli» e il relativo cronoprogramma.
Va ricordato che Melfi è uno degli stabilimenti interessati dal giro di esodi volontari che coinvolgerà oltre 3.500 lavoratori nelle fabbriche di Stellantis in Italia. Il timore è che sia l'inizio di tagli ancora più profondi. Senza un'inversione di tendenza «si andrà verso l'ineludibile smantellamento dall'area industriale di Melfi con conseguenze devastanti in tutta la Basilicata, dove l'automotive produce il 30% del Pil regionale».
Stellantis ha confermato la produzione di 5 modelli elettrici nello stabilimento lucano, ma secondo Uil e Uilm non basta per coprire la capacità della fabbrica: occorrono anche con alimentazioni ibride.Oggi è previsto il tavolo su Mirafiori. Si tratta del sito storico dell'ex Fiat a Torino, ma è anche il più in pericolo in termini di tenuta produttiva e quindi occupazionale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.