Alberto Cirio, il presidente dei record, guarda già ai prossimi cinque anni da governatore della Regione Piemonte, dettando le priorità in agenda: sanità ed infrastrutture, per portare a termine un lavoro iniziato cinque anni fa e reso più difficile dalla gestione della pandemia da Covid.
Nonostante avesse la vittoria in tasca ormai da tempo, il governatore piemontese, candidato per un secondo mandato, fino all'ultima scheda scrutinata non ha voluto commentare il risultato delle urne. Con il pragmatismo che ha contraddistinto il suo operato e la convinzione tutta sabauda che il gioco si capisce a bocce ferme, per giorni ha ripetuto come un mantra: «Prima di parlare aspetto lo spoglio». E così ha fatto, centellinando le dichiarazioni prima nel suo studio ad Alba, nel cuore delle Langhe e poi come un fiume in piena a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale. Mai una parola fuori posto né un'esultanza sopra le righe, nonostante la vittoria a mani basse, in queste elezioni l'imprenditore albese non solo ha superato se stesso, visto che dal 49,8 è passato a sfiorare il 56 per cento, ma è anche il primo, da quando esiste l'elezione diretta del numero uno della giunta regionale, a sedersi per un bis sulla poltrona più alta del Piemonte. Si romperà così l'alternanza che nell'ultimo quarto di secolo ha contraddistinto tutte le tornate elettorali, con l'avvicendarsi tra centrodestra e centrosinistra. Del resto, nonostante lo scontato risultato, il presidente Cirio non si è risparmiato in una campagna elettorale che lo ha visto presente nelle grandi città come nei borghi più piccoli, gettando già le basi su quello che sarà il nuovo Consiglio a Palazzo Lascaris e soprattutto i nuovi arrivi in Giunta, contando anche che per la prima volta saranno nominati i sottosegretari, come disposto dalla legge regionale.
Infatti se la maggioranza a sostegno di Cirio è la stessa di cinque anni fa, è cambiata nelle proporzioni: la Lega è oggi il terzo partito della coalizione, nel 2019 era il primo, Fratelli d'Italia era il terzo allora, oggi è largamente il primo e forte di questo risultato, da mesi chiede - pretende - più incarichi e più visibilità. Tanto da portare il capogruppo FdI in Regione Piemonte Paolo Bongioanni detto il Kaimano, a scrivere sui propri contestatissimi e poi rimossi manifesti: «L'assessore per la Granda». La partita per un posto in Giunta è aperta e a chi chiede informazioni, Cirio risponde serafico con un sorriso: «A deciderlo sono gli elettori, con il loro voto. Valuteremo nei prossimi giorni, senza particolari preoccupazioni ma dovrà rappresentare gli equilibri all'interno delle coalizioni. Come abbiamo sempre fatto troveremo un accordo per il bene del Piemonte». Equilibri che anche in Piemonte vedono Fratelli d'Italia primo partito e ottimi risultati di Forza Italia e della Lista Cirio, che superano la Lega. Gioco forza la giunta avrà più Fratelli e meno leghisti, mentre non dovrebbero avere posti gli eletti della lista del presidente.
Mentre
Cirio studia la sua giunta, giorni complicati attendono la rivale Gianna Pentenero, che critica le tempistiche della scelta. Dopo la bruciante sconfitta nel Pd arriverà presto una resa dei conti tra le diverse anime del Pd.
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