Il verdetto del giudice sulla "citofonata" di Salvini

Il gip del tribunale di Bologna ha deciso di archiviare il fascicolo per diffamazione a carico di Matteo Salvini. Lo stesso per la signora Anna Rita Biagini, che aveva accompagnato il leader del Carroccio nel quartiere

Il verdetto del giudice sulla "citofonata" di Salvini

Si avvia alla conclusione la vicenda che ha visto Matteo Salvini al centro di un'inchiesta per aver citofonato ad una famiglia del quartiere Pilastro di Bologna. Dopo il caos mediatico iniziale, è stata la stessa procura della Repubblica a chiedere l'archiviazione, ed oggi arriva la decisione del giudice: il leader della Lega non ha commesso alcun reato.

Cosa era successo

La vicenda è oramai nota ai più. Il 21 gennaio 2020, in piena campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia Romagna, Matteo Salvini, dopo aver ricevuto le segnalazioni di alcuni residenti, decise di citofonare all'appartamento sito nel quartiere Pilastro di Bologna, dove si sospettava avere luogo una certa attività di spaccio. "Mi scusi, lei spaccia?”, aveva chiesto Salvini al suo interlocutore al citofono.

Il gesto, compiuto dinanzi alle telecamere, mandò su tutte le furie numerose persone, dal candidato e poi riconfermato governatore Stefano Bonaccini all'ambasciatore tunisino, fino ad arrivare a personaggi come Fedez.

Il polverone investì in pieno il segretario del Carroccio, che finì poi al centro di un’inchiesta per diffamazione. Nel quartiere del Pilastro, luogo della "celebre" citofonata di Salvini si verificarono poi diversi arresti nel 2021. Nel gennaio dello scorso anno, venne addirittura effettuato un blitz dei carabinieri all'interno dell'appartamento a cui il leader delle Lega aveva citofonato: a finire nei guai, una donna italiana e un uomo tunisino.

L'archiviazione

Alla fine, il gip del tribunale di Bologna Grazia Nart ha deciso di archiviare il fascicolo per diffamazione a carico di Matteo Salvini. Archiviazione anche per Anna Rita Biagini, la signora che aveva accompagnato il segretario del Carroccio nel rione. Stando a quanto stabilito dal giudice, Salvini non intendeva affatto diffamere, quanto piuttosto denunciare il fenomeno di illegalità che affliggeva il quartiere. Nello specifico, il gip parla di "scopo di manifestare l'urgenza dell'intervento politico nel quartiere, ove lo stato di degrado ha compromesso le abitudini di vita dei cittadini esasperati".

"Il

giudice ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero e ha valorizzato la nostra argomentazione difensiva sulla causale politica della condotta", ha spiegato ad Ansa l'avvocato difensore di Salvini, Claudia Eccher.

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