«Piena sintonia» tra il governo e i vertici della Cei e del Vaticano sui temi che uniscono le due sponde del Tevere: pandemia, risposta alla crisi economica e sociale, attenzione alle famiglie e agli ultimi. È il debutto di Mario Draghi, in qualità di premier, alla cerimonia dei Patti Lateranensi, rimandata da metà febbraio a causa della crisi di governo. Ieri, a Palazzo Borromeo sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede a viale delle Belle Arti, a Roma, lo stesso quartiere dove risiede il premier - si è svolto il tradizionale ricevimento in occasione del 92esimo anniversario dei Patti. Nella sua prima uscita pubblica, il premier è stato accolto dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Ai bilaterali si sono uniti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti di Senato e Camera Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico.
«C'è stato un confronto sereno e franco - ha detto al termine dei colloqui il cardinale Bassetti - sui problemi di maggiore emergenza a cominciare dalla famiglia, dalla scuola e dai giovani». Il porporato ha sottolineato «il clima buono e costruttivo» come pure la «convergenza su tutti i problemi» da risolvere. «è il tempo del fare», ha ribadito Bassetti.
Proprio nei giorni scorsi, in una intervista al Giornale, il presidente dei vescovi italiani aveva invitato il governo a «non lasciare nessuno da solo di fronte allo sconvolgimento psicologico, economico e spirituale che la pandemia provoca». Dopo aver sottolineato come Draghi sia una persona di «altissimo profilo e di sicura coscienza», il porporato aveva invitato a volgere lo sguardo «in particolare ai poveri, agli anziani e ai disabili, alle famiglie e ai giovani, al mondo del lavoro, della scuola e dell'educazione». «La Chiesa che è in Italia sarà un interlocutore attento e collaborativo, come sempre avvenuto, nel rispetto delle reciproche competenze».
«Bisogna ridare speranza al Paese. Si percepisce una situazione di depressione, e l'importante è che il governo tra le priorità riesca anche veramente a dare speranza. E in questo anche la Chiesa potrà essere di grande aiuto e di grande vicinanza», ha sottolineato il cardinale Parolin al Tg3.
L'auspicio, con la nascita del nuovo governo, è per «la gran parte delle forze politiche trovare uno spirito d'intesa, di collaborazione tra le parti, e lavorare effettivamente per il bene comune per rispondere veramente ai gravi problemi dell'Italia di oggi».
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