Confindustria, Gozzi all'ultima chance

Oggi la tappa cruciale in Veneto. Senza i voti del Nord Est non potrà sfidare Orsini e Garrone

Confindustria, Gozzi all'ultima chance
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Oggi è un giorno decisivo per la candidatura di Antonio Gozzi alla presidenza di Confindustria. Si riunisce, infatti, il consiglio di presidenza di Confindustria Veneto Est, la territoriale che riunisce le province di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo e che rappresenta il secondo elettore di «peso» dietro Assolombarda. Per quanto si sa, solo una parte degli imprenditori trevigiani sostiene il presidente del gruppo siderurgico Duferco contro i due candidati già certi di arrivare alla finale del 4 aprile, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini. Ma solo un voto compatto del Veneto orientale potrebbe consentire a Gozzi di certificare il raggiungimento del 20% dei voti assembleari necessari (dichiarati ma non ancora attestati) a essere ammessi alla gara finale. La spaccatura sta creando non pochi problemi al presidente dell'associazione territoriale, Filippo Destro, che punta a una vicepresidenza di rilievo per un suo esponente, come accadde nel primo biennio di Bonomi. Non a caso in Veneto è in vantaggio Emanuele Orsini che parla una lingua molto simile a quella del profondo Nord Est. Ma proprio questo clima da sfida all'Ok Corral tra la fronda trevigiana e il resto della Confindustria rischia di scompaginare tutti i piani.

Ritorna, dunque, di stretta attualità il tema dei conflitti di interesse riguardante i singoli candidati. Non è un argomento che riguardi il solo Edoardo Garrone in quanto presidente del Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria, e numero uno di Erg, leader delle rinnovabili in Italia. La questione dei prezzi dell'energia, che divide produttori e consumatori come le aziende associate a Viale dell'Astronomia, attiene anche a Gozzi. La sub-holding italiana del gruppo, Duferco Italia Holding presieduta dallo stesso Gozzi, nel 2021 ha registrato un fatturato di 966 milioni nella divisione Energia a fronte dei 580 milioni del siderurgico. Nel 2022 la guerra in Ucraina ha più che triplicato a 3,1 miliardi i ricavi nel settore Energia, mentre quelli relativi all'acciaio (+55%) si sono attestati a 900 milioni. Anche il peso è differente: la siderurgia rappresenta l'11% degli incassi, mentre la produzione energetica il 37 per cento.

Stesso discorso per la capogruppo lussemburghese Duferco Participations Holding. La divisione Energia nel 2022 ha riportato profitti per 86,7 milioni di dollari (circa 80 milioni di euro), in calo rispetto ai 112 milioni di dollari (103 milioni di euro) dell'anno prima. Secondo il bilancio consolidato della holding, il gruppo Duferco Energia nel 2022 avrebbe conseguito utili per 91,4 milioni di dollari (82 milioni di euro) a fronte dei 23 milioni (21,1 milioni di euro) dell'anno precedente. Come per Garrone così per Gozzi, che tra i suoi business ha anche la produzione da rinnovabili, il prezzo del megawattora non è una variabile indipendente.

La battaglia per Confindustria fa, ovviamente, emergere nei corridoi associativi anche il passato che i candidati vorrebbero mettersi alle spalle. Gozzi è stato arrestato in Belgio il 18 marzo 2015 (e rilasciato subito dopo) nell'ambito di un'inchiesta su alcuni fatti corruttivi risalenti al 2009 e imputati all'ex ministro della Vallonia Serge Kubla, consulente di Duferco in Congo. Per alcuni capi d'accusa è stato prosciolto, mentre altri si sono prescritti.

Il presidente di Federacciai è stato anche condannato dalla Corte dei conti a restituire 200mila euro all'Università di Genova per non aver dichiarato le sue posizioni aziendali, professionali e associative (incompatibili con l'attività accademica) mentre era professore associato.

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