Confini chiusi, Berlino insiste. Le critiche: "È inaccettabile"

L'annuncio di ripristinare i controlli agita i "vicini" polacchi e austriaci. E la Ue attacca: "Rimangano un'eccezione"

Confini chiusi, Berlino insiste. Le critiche: "È inaccettabile"
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Torna ad aggirarsi per l'Europa lo spettro del regolamento di Dublino, la normativa dell'Ue che incardina i migranti negli Stati membri dove hanno presentato domanda di asilo. Una procedura complessa, inefficace, che grava sui Paesi di primo arrivo come l'Italia e che ha già diviso l'Unione europea. Tuttavia, con determinazione teutonica, la Germania intende proseguire su questa strada rischiosa, soprattutto per la tenuta di quella coesione dell'Ue che il governo federale rivendica ripetutamente come una priorità della sua azione. Ieri, la ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser ha scandito che i migranti in arrivo ai confini della Germania verranno «rapidamente respinti» negli Stati membri dell'Ue dove hanno già presentato richiesta di asilo. Chi non chiede questa protezione internazionale o non ha diritto di entrare in territorio tedesco verrà rinviato da dove proviene.

È il piano del governo federale per ridurre in misura massiccia l'immigrazione irregolare e contrastare sia la minaccia del terrorismo jihadista sia la criminalità organizzata transnazionale. A tal fine, dal 16 settembre, verranno attuati controlli temporanei su tutte le frontiere della Germania, rinnovati ogni sei mesi. I posti di blocco resteranno, secondo Faeser, finché «una forte protezione delle frontiere esterne dell'Ue» non verrà garantita dalla riforma del Sistema europeo comune di asilo, la cui entrata in vigore è prevista per il 2026. Intanto, la Germania collocherà i richiedenti asilo in strutture allestite ai propri confini e le loro domande saranno valutate velocemente, «in cinque settimane» per Faeser. In caso di esito negativo della procedura, scatterà il respingimento. Come sottolineato dalla ministra dell'Interno, tutto è conforme alla legge tedesca e alla normativa europea: «Non si tratta di una via nazionale in solitaria che danneggia l'Ue».

Tuttavia, dagli Stati membri confinanti con la Germania, i più immediatamente esposti alle conseguenze del piano illustrato da Faeser, sono piovute critiche che rendono evidente la loro irritazione. «Inaccettabile, si tratta di fatto di una sospensione su vasta scala dell'accordo di Schengen», ha tuonato il primo ministro polacco Donald Tusk. Netto il ministro dell'Interno austriaco, Gerhard Karner: «Non accoglieremo chi viene respinto dalla Germania».

Dalla Commissione europea è arrivato un monito severo: i controlli alle frontiere tra gli Stati membri devono rimanere «un'assoluta eccezione». Quella che per la Germania vuole essere una svolta nel contrasto all'immigrazione irregolare rischia di avere un costo molto elevato per il resto dell'Ue.

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