La rivoluzione di Giuseppe Conte (nella foto) potrebbe innescare anche un piccolo esodo all'interno dei gruppi parlamentari. Non una scissione da parte dei «grillini» vicini all'ormai ex Garante. Ma piuttosto qualche smottamento verso il Pd. Lo stesso partito, quello di Elly Schlein, che è diventato il bersaglio preferito del leader del M5s, almeno nelle ultime settimane.
Al momento si tratta soltanto di indiscrezioni, ipotesi, frasi carpite tra il serio e il faceto. Eppure, sono la spia della delicatezza del dossier interno più caldo sul tavolo del leader del Movimento, uscito indubbiamente rafforzato dall'assemblea costituente che, grazie al voto degli iscritti, ha disarcionato definitivamente il fondatore. «La norma sui limiti dei mandati verrà modificata sulle indicazioni della comunità così come emerse dalla Costituente e in nessun modo ci sarà spazio per il carrierismo politico», ribadisce oggi il M5s. Ma il problema è all'ordine del giorno. A confrontarsi sono due linee di pensiero. E a Conte toccherà trovare il proverbiale punto di caduta. Da un lato ci sono gli ex big, i volti noti dell'epopea del grillismo, azzoppati dai due mandati. I vari Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Fabiana Dadone, Alfonso Bonafede. Il loro obiettivo è un superamento della regola, che sia il più radicale possibile. La soluzione preferita, tra quelle votate dagli iscritti dall'assemblea costituente, è quella che prevede la concessione omnibus di un terzo mandato a tutti gli eletti. Senza pause di cinque anni dopo i due mandati, come pure è stato indicato da una delle proposte votate dalla base. Il pressing per questa ipotesi nasce dalla certezza di tornare in Parlamento oppure di potersela giocare per incarichi di prestigio a livello locale. In questo caso, l'esempio più lampante è quello di Roberto Fico. L'ex presidente della Camera si vede sempre più spesso a Montecitorio, si concede ai giornalisti e si intrattiene con i parlamentari del M5s e non solo. Il suo obiettivo più immediato è la candidatura a presidente della Regione Campania con l'appoggio del Pd e delle altre forze di centrosinistra. Ma, con l'addio ai due mandati, il rientro in Parlamento è pressoché scontato.
Diversa la situazione degli attuali deputati e senatori. Al primo e secondo mandato. Sono proprio loro gli indiziati. Quelli che, per paura di non avere di nuovo un seggio parlamentare, potrebbero anche decidere di virare verso altri lidi politici. E l'identikit della forza politica ideale per i transfughi è proprio quello del Pd. Gli stessi dem che, nelle ultime settimane, a partire dalla fine dell'assemblea costituente, sono sotto attacco da parte di Conte, in cerca di uno spazio politico progressista, ma alternativo a Schlein. Il profilo corrisponde perché, nella pancia dei gruppi stellati, prevedono che il Pd possa aumentare ancora di più i suoi consensi.
Così, tra i grillini, torna a circolare l'ipotesi. «C'è chi sonda il terreno e con il prosieguo della legislatura qualcuno potrebbe cercare di andarsene» spiega un pentastellato a Montecitorio. Tocca vedere se al Nazareno li accoglieranno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.