L'onda lunga barese contagia Regioni e Comuni al voto in primavera. Nell'inner circle di Giuseppe Conte la tentazione è forte: «Rispolveriamo il Pd di Bibbiano». Il vecchio slogan di Luigi Di Maio che tante soddisfazioni (in termini di consenso) diede al M5s. In effetti, i sondaggi, in prospettiva del voto al Parlamento europeo, non sorridono al partito di Conte. Ecco che la rottura del patto di Bari, con il vaffa alle primarie, in programma domani, può essere il detonatore di una bomba in grado di far saltare tutte le alleanze a livello locale. Da Potenza a Cremona: il M5s frena sulle intese. L'avvocato non si trattiene: «Se il Pd continua a parlare di slealtà da parte nostra, è una cosa offensiva che respingo al mittente. Ho chiamato mercoledì Schlein, esser accusati di slealtà significa che il Pd non ha rispetto delle persone con cui lavora. O ritira le accuse o sarà sempre più difficile lavorare insieme». Secondo missile, nel giro di 24 ore. Conte vuole mani libere per mischiare campagna elettorale per le Europee e voto locale. L'ex premier, ormai non più quel professore impacciato e sprovveduto, capisce che per drenare consensi al Movimento deve attaccare sul lato sinistro. E non può correre il rischio di sfidare Schlein alle Europee e poi abbracciarla in una competizione locale. E dunque, il campo largo è congelato fino al 9 giugno. Dicevamo, l'onda lunga barese.
In Piemonte, dopo lo strappo pugliese, la trattativa per rimettere insieme Pd e M5s alle Regionali salta definitivamente. La segretaria Pd candida per la guida della Regione Gianna Pentenero. Nome subito bocciato da Chiara Appendino. Torino è l'epicentro dello scontro. Qui non c'è un'inchiesta a far litigare i due alleati. Però, le accuse, che arrivano dal fronte pentastellato, sono pesanti: «Va azzerato il sistema clientelare del sindaco Lo Russo». C'è una buona dose di rivalità locale. Altra grana in Umbria. Si sta provando a mettere insieme, a fatica, una coalizione dal Pd a lady Fratoianni per la sfida all'uscente Tesei. Da ieri è scattato l'ordine perentorio del M5s: «Ritiratevi al tavolo». L'onda diventa tsunami. Un pericolo che Goffredo Bettini, il regista dell'alleanza Pd-M5s, fiuta. Il monaco tira dal cilindro la proposta (disperata) di un terzo nome per le Comunali di Bari. Il messaggio bettiniano è chiaro: il futuro della coalizione vale più di Bari. Tra meno di un anno si voterà in Campania per il dopo De Luca. Una regione che ha molti punti in comune con la Puglia di Emiliano. Un mese fa, un'inchiesta ha messo fuori gioco Nicola Oddati, dirigente di primo piano del Pd ed ex braccio destro di Nicola Zingaretti, e un po' di classe dirigente. L'eco dell'inchiesta ritorna attuale, dopo gli arresti di Bari. Conte rimette la casacca della legalità. L'ex presidente della Camera Roberto Fico stava lavorando a un accordo per le Regionali con i dem. Una trattativa nella quale provava a tenere dentro anche Vincenzo De Luca, per il tramite del figlio Piero. Lo stop è arrivato nella serata di giovedì: «Fico interrompa ogni comunicazione con i deluchiani». Dietro l'angolo c'è il voto alle amministrative. Sulla lista 27 capoluoghi di Provincia. L'alleanza Pd-M5s resiste a Prato e in qualche centro dell'Emilia Romagna. Ma deflagra a Firenze. Il Pd candida Sara Funaro. Il M5s potrebbe sedersi al tavolo con Tomaso Montanari. A Livorno, una delle prime città a guida grillina, si marcia divisi.
Conte ha stretto un'intesa con Potere al Popolo, mandando all'aria la trattativa con il Pd. Nulla di diverso accade a Cremona dove il M5S costruisce il suo campo largo con Rifondazione e punta su Paola Tarchi. Il Pd va su Andrea Virgilio. Tutto in fumo anche a Potenza, in Basilicata, e Bergamo.
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