Le parole di uno sono già entrate nell'agenda dell'altro. Tra i più veloci a congratularsi con il presidente Sergio Mattarella per il suo discorso di fine anno, discorso ritenuto tra i più «solidali» finora pronunciati, Giuseppe Conte ha aggiunto come appendice le sue riflessioni pubblicate sui social: «Ho seguito con attenzione le parole pronunciate dal presidente. I richiami all'Italia dell'altruismo e del dovere e alla cultura della responsabilità sono indicazioni che dobbiamo tutti porre a fondamento». Accedono così nel programma di governo i suggerimenti di Mattarella che Conte ha intenzione di recepire, inserire in quello che per il M5s deve essere un nuovo «contratto» (lo ha chiesto esplicitamente ieri Luigi Di Maio) mentre per il Pd è meglio chiamare nuovo «piano». Se ne discuterà il 7 gennaio, giorno del vertice di governo, quello in cui il premier proverà ad accarezzare entrambi gli alleati che, alla fine, tutto chiedono al 2020 tranne che tornare al voto.
Forti del sostegno di Mattarella, che aveva sottoposto a rilievi i decreti sicurezza, sia il Pd che Conte proveranno ad abolirli anche se probabilmente si spingeranno a rivederli in maniera consistente. Il premier avrebbe già confidato al Pd: «Li cambieremo, ci proveremo» e la tutela è sempre quella del Quirinale perché «l'Italia vera è altruista» ha voluto sottolineare il presidente. Ma poi c'è il M5s che ricorda come «in quei decreti ci sia la nostra mano. La norma sui sequestri delle navi ong che commettono illeciti è nostra. Che facciamo?». Si consegneranno ancora a Conte che ultimamente è andato a rileggersi i discorsi di Walter Veltroni, quelli più carichi di suggestioni letterarie, in particolare quello sulle A.L.I. Si tratta dell'acronimo coniato da Veltroni per parlare di ambiente, lavoro e istruzione. Il tema dell'ambiente è ormai salito in cima tanto che Mattarella ha dedicato passaggi importanti ai cambiamenti climatici che «sono questioni serissime che non tollerano più ulteriori rinvii». Non più plastic tax che al governo dicono in chiaro «era più un'esigenza di bilancio», ma un piano di incentivi quasi bonus malus che dovrebbe scoraggiare, ma non più tassare il consumo di plastiche, anche perché molte società hanno già minacciato la fuga all'estero.
Tra le idee di Conte c'è quella di varare un piano di incentivi per l'acquisto di auto elettriche. Sono bandiere del M5s più facili da far accettare al Pd rispetto al salario minimo e l'acqua pubblica che periodicamente Di Maio riporta al centro del dibattito insieme alle concessioni autostradali da togliere ai Benetton. Più che pensare a punire, sia il Pd che Conte, per una volta, si trovano in sintonia con Italia viva che ha parlato della necessità di sbloccare i cantieri rimasti fermi (si parla di decine di miliardi bloccati) e che dovrebbero rilanciare l'occupazione, altra preoccupazione di Mattarella. Conte ripete al M5s come proposito per il 2020: «Vi capisco su Autostrade, ma non possiamo passare ai processi sommari». È chiaro che il Pd, e le lusinghe che da Zingaretti riceve, gli permettono di rivolgersi a Di Maio con più libertà.
E da pochi giorni ha un nuovo amico nel governo. È Gaetano Manfredi, neo ministro dell'Università e della Ricerca, che il premier vuole promuovere.
Con il suo arrivo si starebbe ipotizzando un grande investimento economico sul settore della ricerca in modo da assegnare a Manfredi quello che non si è potuto, ma anche voluto, assegnare a Fioramonti. Come ha scritto Conte, ringraziando Mattarella, «sono tutti compiti alla nostra portata» così come ritiene alla sua portata succedere proprio a Mattarella.
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