Dal Conte "messia" al "pop mistico" della Meloni, tutti i segreti dietro le parole dei leader

Da Conte alla Meloni, con il professor Guerino Nuccio Bovalino, autore di "Imagocrazia", abbiamo passato in rassegna i discorsi dei leader politici svelandone i segreti

Dal Conte "messia" al "pop mistico" della Meloni, tutti i segreti dietro le parole dei leader

C’è chi non si smentisce e chi stupisce. Chi è intrappolato in un personaggio e chi invece ridisegna confini. Con Guerino Nuccio Bovalino, docente di Immaginari dell’era digitale all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria e allievo di Michel Maffesoli alla Sorbonne, abbiamo passato in rassegna alcuni dei discorsi pronunciati in Aula in questi giorni. Quali sono gli immaginari che si scorgono dietro le parole dei leader? Come osserva il professor Bovalino nel libro "Imagocrazia", lo scontro dialettico nasconde significati da indagare.

Professor Bovalino, che ne pensa della performance di Conte?

"Il premier ha costruito accuratamente la propria immagine di novello Re Sole. Non ha un partito dietro di sé, ma grazie all’emergenza sanitaria ha saputo trasformare questa debolezza in forza: egli è il messia. E nel suo discorso messianico si è dipinto come il predestinato che guiderà l’Italia fra le intemperie verso la terra promessa. È un messia per caso."

Da premier per caso a messia per caso…

"Capovolgendo le accuse di essere un premier improvvisato, ha creato un sottile parallelismo con le parole di Borsellino, che raccontava di aver iniziato per caso a lottare contro la mafia. Forse anche Conte si sente investito dal caso del ruolo di salvatore nel momento della tragedia pandemica? Spregiudicato con stile. La forma estetica mai scomposta e immobile contrasta con la disponibilità alla continua metamorfosi interiore."

E dell’intervento di Matteo Renzi che mi dice?

"La performance renziana si inserisce perfettamente nella sua ormai riconoscibile immagine di uomo del presente, di colui che radicalizza l’istante, come ogni giocatore d’azzardo che si rispetti. Nel suo intervento richiama addirittura il concetto del kairos, il momento supremo, l’ora o mai più, “perché ora ci giochiamo il futuro”, esortazione che conferma il forte lato istintivo e il presenteismo di Renzi."

Oltre il Renzi filosofico, c’è anche quello politico…

"Renzi si presenta ancora come il golden boy, che crede di potersi nutrire della mitologia obamiana seppur trasfiguratasi oggi nel meno fascinoso Biden. Renzi ci tiene comunque a sottolineare che è lui l’Ammericano a Firenze. Si scaglia contro il reality show di Casalino, criticando la vittoria del consenso a discapito delle idee, e sbraitando contro la sondocrazia, memore della volubilità dei flussi elettorali che dal 40 per cento lo hanno relegato velocemente a un misero 3 per cento."

Veniamo a Matteo Salvini

"Nel suo discorso si è presentato come il leader dei lavoratori, il comunista liberale, che inneggia alla giustizia sociale ma difende la proprietà privata, attacca le banche ma accusa il governo di non aver aiutato le imprese italiane. Il suo nuovo motto è operai versus europeismo."

Un Salvini forse meno radicale?

"Assolutamente, ed è visibile negli attacchi alla Cina e nell’esplicita fedeltà atlantica che traspare dal suo intervento. Salvini si spinge anche oltre disegnando un pantheon moderato che va da De Gasperi a Papa Wojtyla. Gli altri temi sono i cavalli di battaglia della Lega, come l’agricoltura, la lotta al cibo sintetico e la critica all’ambientalismo di facciata di questo governo."

La leader dei patrioti è stata sicuramente la più creativa…

"Quello della Meloni è stato forse il più interessante degli interventi: una miscellanea ben riuscita di richiami allo spirito patriottico più aulico e di citazioni e battute pop. Mastella airlines ha riportato a voli meno pindarici le intenzioni di Conte di “volare alto”. Il Conte Barbapapà, capace di assumere le forme di tutto e tutti, è stato il vero colpo di classe, a conferma di come la destra meloniana riesca a maneggiare l’immaginario collettivo meglio di altri partiti."

Quali sono i punti di forza del suo discorso?

"Il punto cardine del discorso della Meloni è una certa idea di libertà, parola ripetuta più

volte in un intervento intriso di realismo e di un fideismo mistico che è tipico della destra profonda, quella che ama richiamare i concetti da sempre cari di destino e nazione, nel nome della “grande storia dell’Italia”."

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