Contestatrice dà del buffone a Salvini e rifiuta l’identificazione in commissariato

Una donna ha contestato Matteo Salvini al grido di "buffone, buffone " e, poi, è stata portata in commissariato. Una volta lì si è rifiutata di essere identificata

Contestatrice dà del buffone a Salvini e rifiuta l’identificazione in commissariato

Ha accolto Matteo Salvini al grido di "buffone, buffone " e, poi, è stata portata in commissariato dove si è rifiutata di essere identificata. La donna, Eleonora, una casalinga di quasi 60 anni residente a Borgo Pio, ha contestato il ministro dell'Interno che stava per entrare nella sala congressi dell'università Lumsa di Roma per partecipare a un convegno.

"Ho iniziato a fischiare forte con le dita, come fanno i pastori. Gli ho anche gridato " buffone", mi è venuto spontaneo", ha detto la donna. A fermare la contestatrice, come racconta lei stessa a Repubblica, quattro agenti in borghese che le avrebbero ordinato di smettere di fischiare. "Uno di loro mi ha afferrato le braccia per impedirmi di portare le dita alla bocca e fischiare ancora" , ha raccontato Eleonora che, cercando di divincolarsi, è persino caduta in terra. "A quel punto sono intervenuto e ho detto agli agenti di lasciarla, non c'era motivo di fare così", ha affermato Romano Ancona, responsabile del bar in via di Porta Castello. "È un fatto grave, che testimonia il brutto clima che si respira nel Paese - dice il barista - è nelle cose che un politico possa essere applaudito o fischiato a seconda del gradimento dei cittadini, ma se ciò viene impedito come è accaduto venerdì allora è in pericolo la nostra democrazia".

La 59enne, poco dopo, è stata portata in commissariato per l'identificazione che, in realtà non è avvenuta perché lei, una volta lì, si è rifiutata di esibire il documento e, perciò, è stata denunciata. "Il dirigente mi ha chiesto il documento - assicura Eleonora - gli ho detto che non l'avevo. L'ho esibito ai suoi colleghi quando mi hanno caricata sulla volante per portarmi al commissariato di zona" .

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