Nel decreto Sostegni bis rinviato alla prossima settimana per i nodi ancora da sciogliere all'interno della maggioranza, entreranno anche misure per la rioccupazione in vista della fine del blocco dei licenziamenti a partire dal 30 giugno. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando parla di una «brutta stagione» all'orizzonte, di «giornate nuvolose se non scure». L'obiettivo è «scongiurare un impatto fatale sull'economia». Per questo nel provvedimento su sua proposta dovrebbe entrare il «contratto di rioccupazione»: un contratto a tempo indeterminato che sarà legato alla formazione e a un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto. E poi un esonero contributivo al 100% per i dipendenti che verranno riconfermati dopo il blocco dei licenziamenti e la fine della cassa covid a ottobre nei settori del commercio e del turismo, quelli più penalizzati dalla pandemia. Per le aziende con lo sblocco dei licenziamenti a giugno e con un calo del 50% di fatturato, potrebbe essere previsto un contratto di solidarietà che porta la retribuzione al 70% a patto che l'azienda si impegni al mantenimento dei livelli occupazionali. Si dovrebbe abbassare a 100 dipendenti invece la soglia del contratto di espansione sia per lo scivolo che per la riduzione dell'orario, nella logica di «premiare le aziende che assumono e incentivare la staffetta generazionale». Servono strumenti «per ridurre il danno che la pandemia può provocare», dice Orlando.
Ma poi ci sono le richieste delle forze di maggioranza che stanno ritardando l'arrivo del provvedimento in consiglio dei ministri, dal superbonus per le imprese alla proroga dello stop alle cartelle esattoriali, fino alla riformulazione dei criteri per ristori e indennizzi. Sul superbonus c'è il pressing del Movimento 5 stelle, che punta a inserire nel decreto la cessione a terzi del credito d'imposta sui beni strumentali delle imprese previsti nel piano Transizione 4.0. Ma la Ragioneria dello Stato aveva già stralciato la norma dal precedente dl per problemi di coperture finanziarie. E i grillini insistono anche perché «necessariamente trovino spazio nuovi strumenti di rottamazione per chi ha ricevuto i ristori, come da precedenti accordi di maggioranza. Insieme all'ulteriore proroga dello stop alle cartelle esattoriali, è importantissimo consentire ai contribuenti di affrontare le riaperture a cui stiamo andando incontro con più calma. Lo ripetiamo da settimane: lo Stato deve continuare a far sentire il suo sostegno all'economia fino a che l'emergenza sanitaria ed economica non sarà definitivamente superata».
La proroga delle cartelle esattoriali dovrebbe essere fissata al 30 giugno, mentre un'intesa di massima tra le forze politiche è stata trovata sugli indennizzi per imprese e partite Iva con fatturato fino a 10 milioni di euro. Si tratta di erogare i ristori in due tempi, con un primo esborso automatico in base ai criteri stabiliti con le precedenti misure e poi con il saldo alla fine dell'anno legato alle perdite reali riportate in bilancio. Ma sul tavolo dell'esecutivo c'è anche l'ipotesi di un'indennità extra per le categorie rimaste chiuse anche nel mese di maggio, come i ristoratori privi di spazi all'aperto.
Forza Italia chiede di inserire nel decreto un fondo per l'istruzione «che possa garantire a tutte le scuole italiane, statali e paritarie, l'avvio del nuovo anno in totale sicurezza per i ragazzi e per il personale docente e non docente». E Tajani preme per «accelerare i tempi» del via libera al decreto «perché le imprese soffrono».
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