Lentamente ma inesorabilmente, qualcosa si muove. Oltre le promesse, oltre le date cerchiate in rosso sul calendario, la tanto attesa (e forse sin troppo sbandierata) controffensiva ucraina ha preso il via. A dirlo non sono le forze di Kiev ma l'Istituto americano per lo studio della guerra che, tra l'altro, riporta fonti russe. Le forze ucraine stanno avanzando nel Kherson, tanto da raggiungere la riva sinistra del fiume Dnper. La fonte citata dagli studiosi americani è sorprendente e non lascia spazio a possibili filtri di propaganda. Sono infatti le riprese video georeferenziate da parte dei corrispondenti militari russi a confermare che gli ucraini hanno preso posizione di vantaggio sulla costa orientale della regione di Kherson.
«I filmati mostrano che le forze ucraine hanno preso posizione sulle rive del fiume Dnepr a nord di Oleshki, 7 chilometri a sud-ovest di Kherson, e sono avanzate fino al confine settentrionale dell'insediamento sull'autostrada E97, così come ad ovest», si legge nel report che aggiunge come «le truppe russe potrebbero non avere il controllo delle isole sui fiumi Konka e Chaika, situate a meno di mezzo chilometro a nord delle posizioni di geolocalizzazione dell'esercito ucraino vicino al ponte Antonovsky». Il tutto, dopo che per diverse settimane le forze di Kiev avevano messo in piedi linee di rifornimento stabili verso queste posizioni e effettuato regolarmente sortite, dimostrando che i russi non avevano più il controllo sulla zona. Sospetti sull'attendibilità del report non ce ne sono e altri elementi di campo lo confermano appieno.
Il primo. Le squadre di ricerca ucraine hanno raccontato di aver recuperato i corpi di centinaia di soldati russi, che intendono rimpatriare proprio nelle zone oggetto della controffensiva. Il secondo, è che l'esercito russo, evidentemente non felice, per usare un eufemismo, della situazione, ha cominciato a bombardare pesantemente la zona. Nel mirino è finito il villaggio di Kizomys, come riportato Alexander Prokudin, capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson. «Il nemico ha preso di mira la costruzione di una scuola locale, un'auto della polizia e circa 25 edifici residenziali», ha detto. Due donne sono state ferite in maniera grave. Il successo della controffensiva potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto. In caso di esito positivo infatti, le eventuali trattative si potrebbero svolgere su basi ben differenti rispetto a quelle attuali, con l'invasore ricacciato quanto più indietro possibile e di fatto costretto a cedere.
Intanto, tra le pieghe del conflitto, emergono altre storie. Una è la denuncia della commissaria per i diritti dei bambini della presidenza ucraina, Daria Gerasimchuk che accusa ancora una volta i russi, colpevoli di continuare nel rapimento dei bambini ucraini. Con metodi agghiaccianti. Per l'accusa si va dall'arresto dei genitori biologici fino all'uccisione degli stessi, nel caso in cui si rifiutino di collaborare con l'esercito russo. Anche se il metodo più utilizzato è quello di mentire, fingendo un'operazione umanitaria per mettere al sicuro i minori, per poi non consegnarli più alle famiglie. Un'altra storia parte dalla Svezia e arriva fino all'Ucraina.
Caroline Nordengrip, 43 anni, fino al 2022 parlamentare svedese del partito populista di destra «Democratici svedesi», si unirà all'esercito ucraino. Lo ha annunciato lei stessa via social condividendo anche la documentazione ufficiale. Dopo qualche mese di addestramento che ha già sostenuto, combatterà nelle file della Legione internazionale.
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