Controffensiva in pausa. Kiev sposta truppe a Sud. Ricorso di Mosca all'Onu

Gli ucraini celebrano l'ottava località ripresa. Ma è stallo. Reclamo russo sulle armi Nato

Controffensiva in pausa. Kiev sposta truppe a Sud. Ricorso di Mosca all'Onu
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«I russi hanno tentato il tutto per tutto con bombe stordenti, ma anche con i timpani doloranti siamo riusciti a cacciarli via e a prendere Piatykhatki». È la voce di Dmytro Lysiuk, comandante della 128esima brigata della Transcarpazia, quella che si sente nel video che mostra la liberazione della località 40 km a Sud di Zaporizhzhia. La brigata ha issato il drappo gialloblù nella diroccata stazione e preso possesso del nodo ferroviario. In una settimana di controffensiva le armate di Kiev hanno distrutto 19 basi nemiche a Sud ed Est, 10 depositi di munizioni, mettendo le mani su 8 località e bonificando 113 kmq. È il primo bilancio dell'assalto sferrato dall'esercito della triade (Komarenko-Tarnavsky-Syrsky) che guida sul campo le operazioni, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Tant'è che la vice ministra della Difesa Malyar rende noto che i combattimenti nella zona orientale del Paese non stanno offrendo risultati apprezzabili. Tenuto conto che gli attacchi ucraini sono avvenuti su tutti i fronti, la riconquista territoriale riguarda una superficie grande quanto Milano.

Una pausa strategica di sette giorni sarebbe stata concordata da Zelensky (che in serata ha sentito Von der Leyen e i premier di Olanda e Danimarca) con il capo degli 007 Budanov (che i russi sostenevano di aver ferito gravemente), in attesa di impegnare la maggior parte delle forze e lanciare la controffensiva principale. Il Cremlino non esclude che Kiev abbia apparecchiato il tavolo solo per l'antipasto e sta trasferendo a Sud parte delle armate dalla sponda orientale del Dnipro per rafforzare Zaporizhzhia e Bakhmut. A Est invece le truppe di Gerasimov possono contare su una netta superiorità numerica, e i blogger russi su Telegram riferiscono di reparti ucraini che rifiutano di attaccare senza copertura aerea.

A proposito di armi, il commissario Ue al mercato unico, Thierry Breton, ha garantito che Bruxelles «intensificherà gli sforzi nelle forniture. La guerra assume una dimensione industriale e il nostro supporto all'Ucraina è incondizionato». Da Berlino Stoltenberg esclude l'invito per un'adesione formale dell'Ucraina alla Nato al vertice di Vilnius a luglio, ma ribadisce il «totale sostegno, perché hanno il diritto di liberare il Paese». La Lockheed Martin, colosso della difesa Usa, è pronto ad addestrare i piloti ucraini sull'uso degli F-16 se gli alleati decideranno di inviare i jet a Kiev. L'ha rivelato il direttore operativo St John in un'intervista al Financial Times. Il ministero della Difesa israeliano intanto ha smentito le notizie sull'invio di carri armati Merkava per esigenze ucraine. Sul fronte diplomatico, il Cremlino, che chiede una riunione del Consiglio di sicurezza Onu sulle forniture di armi occidentali all'Ucraina, attende con interesse la visita a Mosca del cardinale Zuppi. Kiev preme per l'ingresso nell'Ue, ma al momento ha soddisfatto due condizioni (riforma giudiziaria e legge sui media) su 7 previste da Bruxelles per avviare i negoziati di adesione. Altra valutazione a ottobre.

Nel 480° giorno di combattimenti i russi hanno attaccato con missili Kalibr, lanciati da un sottomarino nel Mar Nero, e droni Shahed, decollati dal Mar d'Azov, annientati dalle difese aeree. La città di Valuyki (Belgorod) è stata bombardata, ci sono 7 feriti. Sono 490 i bambini ucraini rimasti uccisi e 1.026 feriti dall'inizio dell'invasione, nella maggior parte vivevano nel Donetsk. I civili morti per il crollo a Kakhovka sono 500.

Alcune foto mostrano un'auto imbottita di esplosivo sulla diga una settimana prima dell'attentato. A Sinferopoli, in Crimea, un ordigno ha ferito il governatore filorusso Epifanov. Nelle vicinanze di Volnovakha un bambino è morto durante l'esplosione di una mina.

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