L'uomo che ha accoltellato il capotreno alla stazione di Genova lunedì scorso deve rimanere nel carcere di Marassi. Ma tra le motivazioni del gip che ha convalidato l'arresto spunta un precedente inquietante: il 21enne egiziano Fares Kamel Salem al Shahhat, infatti, già un anno fa è stato protagonista di una vicenda simile, per cui aveva ricevuto l'ordine di allontanamento.
Eppure era ancora in Italia, tanto che il pubblico ministero Sabrina Monteverde ha chiesto e ottenuto la custodia in carcere proprio perché è concreto un pericolo di reiterazione del reato. Una considerazione alla quale il pm è arrivato a fronte della disinvoltura con la quale l'uomo ha utilizzato il coltello contro il ferroviere. Ma anche perché Salem al Shaat ha aggredito «un altro uomo su un treno regionale un anno fa», come scrive il giudice nell'ordinanza. Era giugno 2023 e in seguito a questo reato, a luglio di quello stesso anno, il giovane era stato raggiunto da un ordine di allontanamento e respingimento, che era però stato sospeso in quanto, nel frattempo, l'egiziano aveva avanzato domanda di protezione internazionale.
Per queste ragioni, visto che «è pericoloso lasciarlo in libertà», è stata rigettata la domanda di arresti domiciliari ed è stata confermata per lui la permanenza nel carcere di Marassi. Nel 2023 pare non fosse un ferroviere l'obiettivo del suo attacco ma un altro uomo che si trovava a bordo del treno e che aveva subito lesioni. Salem al Shaat viene definito dal giudice una persona «avvezza a questo genere di comportamenti», perché «con ogni probabilità, potrebbe reiterare la medesima condotta anche su altri treni o ulteriori mezzi di trasporto». Anche in conseguenza del fatto che il 21enne in Italia non ha un lavoro stabile, non lavora come barbiere come era stato inizialmente dichiarato, quindi «non dispone di denaro certo» e «non si farebbe alcuna remora a ripetere azioni violente pur di evitare di pagare i mezzi di trasporto di cui pretende di usufruire gratuitamente».
Per altro, al momento dell'arresto, l'egiziano ha tentato di nascondere il coltello, ancora sporco di sangue, nella manica della felpa. Agli investigatori ha detto che lo ha usato in risposta al capotreno che lo avrebbe colpito con un manganello retrattile, ma i testimoni negano questa ricostruzione.
Lo stesso capotreno afferma di averlo
estratto dalla giacca sospettando che l'uomo potesse essere armato, ma di non avere fatto nemmeno in tempo ad allungarlo, cosa confermata da chi era presente, che non si è nemmeno accorto che il capotreno disponesse dell'arnese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.