Coronavirus, governatori centro-destra: "Certezze dal governo o agiremo da soli"

I governatori di 12 Regioni hanno chiesto al governo, nel rispetto delle misure per il contenimento del coronavirus, la ripartenza delle attività economiche

Coronavirus, governatori centro-destra: "Certezze dal governo o agiremo da soli"

Mantenere la guardia alta contro il coronavirus ma, al contempo, permettere alle attività di riaprire perché le persone, non potendo lavorare a causa del lockdown, hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. È questo l’invito rivolto al governo dai governatori di centro-destra di Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto e dal presidente della provincia autonoma di Trento.

In un documento, gli amministratori hanno scritto al presidente della Conferenza delle Regioni sollecitandolo a convocare urgentemente per domani un incontro con il governo "al fine di avere assoluta certezza che le linee guida Inail per le riaperture siano disponibili entro mercoledì della prossima settimana e che dal 18 maggio ogni territorio, nel rispetto delle misure per il contenimento della pandemia, possa consentire la ripartenza delle attività economiche".

Qualora questa richiesta fosse disattesa, allora è probabile uno strappo tra Palazzo Chigi e Regioni. I governatori, infatti, hanno già dichiarato di essere pronti ad agire autonomamente. Questa dura presa di posizione è stata condivisa successivamente anche dal governatore della Basilicata, Vito Bardi, e da quello della Sicilia, Nello Musumeci.

Ancora più specifico Luca Zaia. Il presidente della Regione del Veneto, nel corso della consueta conferenza stampa sull'emergenza coronavirus, ha ffermato che "il presidente Bonaccini sta scrivendo una lettera al governo chiedendo una convocazione per domani, per definire questa partita. È fondamentale delegare poteri alle Regioni. I binari all'interno dei quali muoversi ci sono, ci sono le linee guida dell'Inail e quelle della nostra Regione. Dobbiamo trovare una soluzione che è quella di delegare le regioni, poi procedere con le riaperture dal 18".

L’obiettivo di Zaia, come del resto quello degli altri governatori, è di riaprire il 18 maggio. Il governatore ha spiegato che "ogni mossa sarà decisa dopo la riunione che avremo domani, e da quello che ne scaturirà, adotteremo gli atti conseguenti". "Siamo in un momento di sperequazione- ha aggiunto- è difficile spiegare a un negoziante che vende magliette che non può esercitare la sua professione e magari in un capannone a poca distanza un'azienda con centinaia di dipendenti può operare".

Il presidente pd dell’Emilia-Romagna e Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha affermato di condividere lo spirito della richiesta e la necessità di avere chiarezza e, per questo, "anche per poter dare per tempo le dovute informazioni, ho condiviso con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia che già domani sarà convocato confronto fra Governo e Conferenza delle Regioni".

Che qualcosa possa cambiare a breve lo si capisce anche dalle parole del ministro Boccia che ha ammesso come dal 18 ci sarà “una nuova fase che porterà a una differenziazione territoriale”.

“Noi stiamo lavorando per far ripartire questa differenziazione territoriale dal 18 maggio – ha aggiunto -: potranno riaprire gran parte delle attività economiche», ma «non possiamo far ripartire attività senza protocolli di sicurezza”.

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