Un clima di fiducia negativo che non si toccava dal 2013, secondo i dati Istat. E un terzo dei pensionati che prende, fa sapere l'Inps, meno di mille euro al mese. In un quadro di cronica emergenza economica per milioni di famiglie.
Cala ancora la fiducia delle imprese e dei consumatori: quella delle imprese, dopo la crescita ritrovata nel 2021, da gennaio è entrata in una sorta di stasi fino a giugno, e da luglio è invece in calo. Quella dei consumatori registra invece una dinamica negativa per il secondo mese consecutivo e raggiunge il livello più basso da maggio 2013. Uno scenario alimentato, scrive l'Istat, da «giudizi in deterioramento sia sulla situazione economica personale sia su quella del Paese». Per le imprese, il clima di fiducia peggiora in tutti i comparti - soprattutto manifatturiero - tranne che nei servizi di mercato dove l'indice rimane stabile. Confesercenti lancia l'allarme: secondo un sondaggio realizzato con Swg, il 68% degli italiani prevede di ridurre gli acquisti da qui a fine anno sotto la pressione di caro-vita e bollette. «Una spending review che mette a rischio 5 miliardi di euro di spesa - commenta l'associazione - È un progressivo depauperamento del capitale di fiducia faticosamente accumulato con la ripartenza del 2021». L'aumento dei prezzi e delle tariffe energetiche «destabilizzano le aspettative delle imprese e le intenzioni di acquisto dei cittadini. Bisogna intervenire urgentemente: al nuovo governo abbiamo chiesto il rafforzamento dei sostegni ma anche di pensare a una detassazione straordinaria delle tredicesime». Assoutenti denuncia che caro-prezzi e bollette alle stelle stanno «deprimendo le famiglie italiane, le cui aspettative sul futuro personale e su quello del paese sono sempre più basse. Il calo della fiducia dei consumatori era ampiamente atteso, ma non per questo meno pericoloso - dice il presidente Furio Truzzi - Gli effetti si faranno sentire in tutta la loro gravità nei prossimi mesi». I consumi per ora vedono nero. L'ufficio studi di Confcommercio prevede una «recessione tecnica che si acuirebbe nei trimestri a cavallo della fine del 2022. Il persistere di tensioni inflazionistiche rilevanti comprime il valore reale della ricchezza detenuta in forma liquida, che perde oltre 70 miliardi di euro nella prima parte dell'anno in corso». Anche le imprese «avvertono in modo abbastanza diffuso il rallentamento della domanda interna. Nel terzo trimestre il grado di utilizzo degli impianti è diminuito con segnalazioni crescenti d'insufficienza della domanda». Una congiuntura, con l'inflazione che corre, che rischia di innescare una bomba sociale anche sulle pensioni. Quasi 5,3 milioni di pensionati, un terzo, fanno i conti con redditi da pensione inferiori a mille euro al mese e la maggior parte sono donne, stando ai dati Inps. Ci sono differenze consistenti sia a livello territoriale sia tra uomini e donne.
Sebbene le donne rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%) percepiscono meno del 44% dei redditi da pensione con un importo medio pro capite inferiore rispetto a quello degli uomini del 27%. Tra le donne la percentuale delle pensionate che percepiscono meno di mille euro è più alta con il 40,6% del totale e 3,38 milioni di persone.
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