Così l'ombra di Mario Draghi ha mandato in tilt il M5s

L'ex presidente della Bce è un nome che piace in modo bipartisan per tagliare fuori i 5 Stelle e far fuori Conte da Palazzo Chigi

Così l'ombra di Mario Draghi ha mandato in tilt il M5s

Un nome e un cognome capaci di mandare in confusione, innervosire e impaurire il Movimento 5 Stelle. Il nome è Mario e il cognome è Draghi. La carta di identità e il curriculum dell’ex presidente della Bce piace in modo bipartisan da destra a sinistra e sul suo profilo convergono (quasi) tutti, tranne i pentastellati stessi, che pubblicamente difendono dai retroscena e da possibili scenari il proprio "avvocato".

Sarebbe proprio l’ex numero uno di Francoforte l’uomo giusto da mettere al comando di un governo di unità nazionale. Un governissimo peraltro auspicato in modo neanche così indiretto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella giornata di ieri vi avevamo già raccontato dei movimenti di palazzo che sarebbero in corso a Roma, ma anche nelle stanze che contano in Europa, che vorrebbero appunto portare l’economista a Palazzo Chigi, al posto di Giuseppe Conte.

E a proposito del premier in carica, le prime prove tecniche di intesa tra destra e sinistra sono arrivate proprio quest’oggi in occasione dell’informativa del presidente del Consiglio a Palazzo Madama, dove è stato chiamato a riferire per ragguagliare il parlamento sull’emergenza coronavirus. Qui, prima, durante e dopo il discorso del sedicente avvocato del popolo, una parte del Pd e alcune forze di opposizione - da Matteo Salvini a Matteo Renzi, passando per Forza Italia e il centrista Pier Ferdinando Casini - avrebbero iniziare a tessere le fila per dare vita a un primo embrionale fronte pro-Draghi, per dare vita in futuro – chissà e chissà se sarà prossimo o anteriore – a un esecutivo da lui guidato.

Già nella giornata di ieri, peraltro, erano arrivati apprezzamenti, endorsment, parole al miele (da Massimo Cacciari a Mario Monti) e anche frasi sibilline, come quelle del segretario della Lega. Ecco, il capo politico del Carroccio, dal suo scranno, quest'oggi ha commentato, plaudendolo, l'intervento di Draghi sulle colonne del Financial Times, e ha così parlato: "Mi si permetta di ringraziare il presidente Draghi per le sue parole, perché è caduto il mito del non si può fare debito, oggi ci ha detto che si può fare debito. Benvenuto presidente Draghi ci serve l'aiuto di tutti, ci serve anche il suo, quindi sono contento, di quello che potrà nascere".

Un governo Draghi non avrebbe solo il benestare il Salvini, ma anche di Forza Italia. L’azzurra Anna Maria Bernini si è così espressa: "Draghi ha titolo per essere evocato perché è quel signore che ha salvato l'euro e in tasca ha una serie di soluzioni che dobbiamo condividere". E Renzi, che ha sempre apprezzato Draghi, dice rivolgendosi a Conte: "Mario Draghi le indica la strada, quando dice che certo bisogna fare debito ma bisogna farlo per dare liquidità alle piccole e medie imprese perché rischiano di morire".

Dall'altra parte della barricata, assolutamente contrari i 5 stelle, così come è fredda Giorgia Meloni.

Il reggente grillino Vito Crimi si è limitato a un tanto secco quanto lapidario "No", che riassume in somma sintesi quella che è la linea e lo stato di tilt nel quale navigando ora i five stars. Staremo a vedere cosa succederà...

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