Covid nella Bergamasca, guerra legale tra i difensori dei parenti

Le accuse dell'ex consulente cacciato alla vigilia delle Politiche 2022, gli screzi dopo la candidatura di un avvocato con Italexit

Covid nella Bergamasca, guerra legale tra i difensori dei parenti
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Finisce in tribunale la querelle interna all'associazione delle vittime di Covid nella Bergamasca. Il prossimo 12 febbraio il gip dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno il team di legali che in questi anni ha combattuto la sua battaglia di verità con accuse molto gravi: diffamazione e tentata estorsione (quest'ultimo iscritto autonomamente dal pm tra le notizie di reato).

Secondo quanto risulta al Giornale tutto ruota attorno alla decisione di uno degli avvocati del pool di candidarsi alle Politiche 2022 con Italexit di Gianluigi Paragone. La scelta del movimento dichiaratamente No Vax avrebbe spaccato l'associazione, portando nel corso di questi mesi a una serie di allontanamenti e defezioni. La frattura più dolorosa si sarebbe consumata tra almeno cinque legali e il loro consulente Robert Lingard (all'anagrafe Claudio Calzoni), colui che ha scoperto il famoso report Oms sparito su pressioni del governo perché metteva in imbarazzo la gestione «caotica e creativa» della pandemia da parte di Roberto Speranza e Giuseppe Conte. La sua cacciata a un pugno di giorni dalle urne, non è stata indolore. Il consulente reclama ciò che gli spetta, sotto il profilo soprattutto reputazionale, i legali ovviamente non sembrano essere d'accordo.

Alcune chat agli atti della Procura di Bergamo e finite sul Corriere della Sera l'ottobre scorso, fanno emergere gli interessi in gioco sulla causa civile dei familiari delle vittime del Covid («Dobbiamo ottenere 150mila euro a parente. Conviene transare», scrivono gli avvocati). Il Corriere della Sera riporta anche un carteggio sulla creazione di un fondo risarcitorio da 100 milioni di euro sganciato dalla causa civile - ipotizzato da alcuni parlamentari di centrodestra allora all'opposizione - e fatto naufragare dagli stessi legali. Secondo l'indiscrezione ci sarebbero parcelle di 5 milioni di euro nel caso di transazione in sede civile «rispetto alla misera liquidazione delle spese legali del giudice» («sarebbe una rovina andare a sentenza»).

«Frasi decontestualizzate», è la difesa del team di legali, i cui tentativi di dare giustizia si sono infranti al tribunale dei ministri di Brescia e nelle varie Procure che hanno archiviato i loro esposti. Il procedimento sarebbe iniziato dopo una querela per diffamazione e minacce depositata da Lingard al consolato di Londra. Le accuse mosse da alcuni avvocati nei confronti di Lingard sarebbero potute costargli caro. Il Giornale è infatti venuto a conoscenza di certificati medici e corrispondenza tra lo stesso Lingard e le autorità sanitarie inglesi, tra cui la principale associazione di prevenzione suicidi under 35 del Regno Unito.

Negli scorsi mesi il pool di legali avrebbe comunicato agli aderenti di lavorare a una seconda causa civile identica a quella già in corso, anche se tra i parenti delle vittime ci sarebbero non pochi malumori. E così le vittime di Covid muoiono due volte.

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