Cresce la positività, ma meno morti

Contagi a 17.938 (l'11,75% dei tamponi fatti). I decessi sono 484

Cresce la positività, ma meno morti

Come sempre il fine settimana porta una diminuzione dei contagi e dei tamponi e un lieve aumento dell'indice di positività. Ieri il bollettino del Covid19 stilato dal ministero della Salute non ha fatto eccezione: 17.938 i nuovi casi registrati, contro i 19.903 del giorno precedente, a fronte di 152.697 tamponi refertati (sabato erano stati 196.439), ciò che fa risalire l'indice di positività, ovvero il tasso di tamponi «rossi» su quelli effettuati: dal 10,13 di sabato si è passati all'11,75 di ieri, la percentuale più alta da lunedì 7 dicembre.

Insomma, siamo nel plateau e l'obiettivo di curvare verso il basso l'andamento resta lontano. Anche perché ci sono altri dati che preoccupano. Ieri per la prima volta dopo una settimana è tornato a salire il numero degli attualmente positivi, che sono 686.031 (sabato erano 684.848). A crescere fortunatamente sono solo gli infetti in isolamento domiciliare (655.138, con una crescita di 1.555 unità), mentre scendono i ricoverati totali: 30.893 (-372), dei quali 27.735 (-331) in reparti ordinari) e 3.158 (-41) in terapia intensiva. È il diciottesimo giorno consecutivo con il segno meno davanti a questo dato fondamentale, che era cresciuto in maniera costante dalla fine dell'estate fino al 25 novembre, quando si contavano 3.848 malati gravi e sembrava ineluttabile battere il record del 3 aprile (4.068).

Insomma, i dati sono in chiaroscuro. Tra i dati più rasserenanti, la netta diminuzione dei numero dei decessi, che ieri sono stati 484, il dato più basso dal 9 novembre, quando erano stati 356. Questo dettaglio conferma la minore elasticità del conteggio dei morti alle misure di contenimento, che danno i loro frutti con maggiore lentezza. Restando ai decessi, la Lombardia si conferma il cimitero d'Italia con 144 vittime contro i 43 dell'Emilia-Romagna che è al secondo posto.

Il Veneto per il nono giorno consecutivo è la regione con il maggior numero di contagi giornalieri, 4.092 contro i 2.335 della Lombardia, i 1.940 dell'Emilia-Romagna, i 1.339 del Lazio, i 1.219 della Campania, i 1.175 della Puglia e i 1.011 del Piemonte. Le carte si rimescolano però quando si prende in considerazione il numero dei tamponi (record della Lombardia con 25.523 test effettuati davanti alla Campania con 17.319 e al Veneto con 15.950). Ebbene il Veneto ha un dato elevatissimo, con il 25,66 per cento di tamponi positivi: praticamente ogni quattro test effettuati uno segnala un contagiato. Un dato questo parzialmente annacquato dal fatto che, come ama ripetere il governatore della regione Luca Zaia, il Veneto è tra i pochi a conteggiare anche gli esiti dei tamponi rapidi e non solo di quelli molecolari.

Molto sopra la media nazionale ci sono anche la Sardegna (17,55), l'Emilia-Romagna (17,42) e la Puglia (16,50). Il dato più basso tra le grandi regioni è quello della Toscana (5,42). Bene anche la Lombardia con il 9,15, ben sotto la media nazionale.

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