Crisi di governo e incognita del voto: tutti gli scenari possibili

Il governo si è spaccato sul Tav e ora tutti si preparano ad andare a elezioni anticipate in autunno: ecco come

Crisi di governo e incognita del voto: tutti gli scenari possibili

E alla fine, come da pronostico, la maggioranza di governo è spaccata sul Tav. Nella mattinata si è consumata la resa dei conti tra Lega e Movimento 5 Stelle nell'emiciclo di Palazzo Madama, dove i senatori hanno discusso e votato le mozioni sull'Alta Velocità.

Sei erano i testi attesi all'esame del Senato. Di questi, due contrari alla Torino-Lione (uno del M5s e l'altro di Loredana De Petris di Liberi e Uguali, nonché presidente del Gruppo Misto) e quattro favorevoli, di Pd, Forza Italia, Fratelli d'Italia e +Europa. E come ampiamente preventivato, le prime due sono state respinte, mentre le ultime quattro sono state accolte positivamente dall'Aula. Insomma, nessuna novità, almeno fino a qui.

La novità, semmai, è un'altra. Il momento clou del mattino è stato probabilmente quando dal suo scranno il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo ha sfidato frontalmente l'alleato pentastellato, dicendo chiaro e tondo: "Se fate parte del governo dovete essere a favore del Tav. Chi vota no al Tav si prenderà la responsabilità politica delle scelte che saranno prese nei prossimi giorni e nei prossimi mesi".

Eccoci al punto, quello con la "p" maiuscola. La Lega apre la questione politica, ma non ancora la crisi di governo. Che però ormai tutti, dentro e fuori dal Parlamento, si aspettano, più che un rimpasto di governo che, in caso, andrebbe a fare fuori Danilo Toninelli, inviso a Matteo Salvini e ai suoi. E infatti sono già iniziati i primi movimenti nel palazzo, che ha registrato le prime mosse sia delle forze di maggioranza, che di quelle di opposizione.

"Se fate parte del governo dovete essere a favore del Tav. Chi vota no al Tav si prenderà la responsabilità politica delle scelte che saranno prese nei prossimi giorni e nei prossimi mesi", dice in Transatlantico un big dei 5 stelle, come riporta l'Agi, trovando d'accordo un navigatissimo centrista: "C'è una legge di bilancio da preparare. E poi magari chi arriva può mettere mano alla legge elettorale...". E quando ci si mette e parlare di legge elettorale è perché chi di dovere inizia a fiutare la fine della legislatura. Matteo Renzi, alla Camera dei deputati, si è fermato a parlare con i cronisti, non nascondendo la possibilità che si possano venire a creare le condizioni per virare su un proporzionale puro. E non è tutto, perché l'ex segretario dem non ha nascosto nemmeno l'ipotesi concreta della nascita di un nuovo soggetto politico: il suo? Molto probabilmente, sì: la scadenza di Renzi all'interno del Pd sarebbe fissata per settembre, confida un suo fedelissimo.

Dai democratici a Forza Italia. Silvio Berlusconi, con una nota, esprime con chiarezza la sua posizione e quella degli azzurri: "Interrompere questa esperienza fallimentare è dunque un gesto di responsabilità da parte di Matteo Salvini nei confronti degli italiani. Questo Parlamento non è in condizioni di esprimere maggioranze diverse che siano anche rispettose dell'esito di tutte le prove elettorali intermedie, che hanno consegnato la vittoria al centrodestra. Il compito di decidere se è come far proseguire la legislatura spetta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel quale riponiamo assoluta fiducia. Forza Italia ritiene che la soluzione migliore per il Paese siano nuove elezioni".

Ma il centrodestra deve trovare la quadra e non è certo detto, anzi, che in caso di urne Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia vadano insieme in coalizione.

Insomma, tanti interrogativi e tante incertezze e così sarà (almeno) fino a settembre. In tutto questo, però, una certezza non manca: il premier Giuseppe Conte è desaparecido.

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