"In carica per gli affari correnti": ecco cosa potrà fare ancora Draghi

In attesa della formazione di un nuovo esecutivo, l'attuale governo conserva ancora qualche potere. Cosa può ancora approvare

"In carica per gli affari correnti": ecco cosa potrà fare ancora Draghi

Secondo quanto comunicato direttamente dal Quirinale, nonostante le dimissioni di Mario Draghi, il governo resterà in carica "per il disbrigo degli affari correnti" fino al momento in cui un nuovo esecutivo non prenderà il suo posto.

Cosa potrà fare il governo

Un'espressione poco esplicita che nello specifico significa che l'ex governatore della Banca centrale europea gestirà comunque le attività del governo, limitandosi a garantire una certa continuità amministrativa ma al contempo avendo comunque l'autorità per emanare atti di una certa urgenza. Ciò significa in concreto, stando a ciò che riferisce il portale Openpolis.it, che l'esecutivo avrà comunque facoltà di fare approvare anche decreti legge, qualora questi siano connessi a casi ritenuti di urgenza o necessità, e di definire addirittura i conseguenti disegni di conversione. Non solo, dato che in attesa della formazione del nuovo esecutivo il governo Draghi potrà esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati, i disegni di legge di delegazione europea e della legge europea qualora si tratti di atti dovuti: questo nel caso in cui ciò rientri nell'ambito dell'adempimento agli obblighi internazionali o di quelli derivanti dall'appartenenza all'Unione europea.

Compiti preclusi all'esecutivo

A differenza di quanto sopra, l'esecutivo non avrà più alcuna autorità per esaminare nuovi disegni di legge, a meno che non si tratti di norme imposte da un qualche obbligo internazionale. L'approvazione di decreti legislativi sarà consentita esclusivamente nel caso in cui si riveli necessaria a evitare la decorrenza di specifici termini. Non sarà invece consentita l'adozione di nuovi regolamenti governativi e/o ministeriali, sempre che ciò non si riveli necessario a ottemperare obblighi internazionali o previsti dalla legge, oppure a garantire l'operatività della pubblica amministrazione o l'attuazione di norme già approvate dal Parlamento.

Infine il governo Draghi non potrà procedere

con nomine o designazioni di alcun genere, sempre che esse non siano vincolate a specifiche tempistiche da leggi o regolamenti o che non risultino procrastinabili fino alla formazione del nuovo esecutivo.

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