Benvenuti al cinegiornale Luce. Italia, maggio 2015. Da leggere con voce stentorea e pugni sui fianchi. Il premier visita la colonia marina recentemente istituita per i fanciulli della provincia di Reggio Emilia a Miramare sull'Adriatico (musichetta), gaia, spensierata, salubre vita balneare di grandi e piccini su una delle più belle spiagge del litorale italiano...
Non spaventatevi. Non è un tuffo nel Ventennio e non è neppure colpa del premier, alias Matteo Renzi. È che i giornalisti spesso si innamorano ed esagerano. Qualcuno lo fa per tutelare il proprio editore. È capitato anche a noi. Altri perché è bello scommettere sui giovani, su un avvenire libero e giocondo, o per portare un bacino a Firenze, oppure perché semplicemente non si sa mai. Fatto sta che di questi tempi se vuoi essere una penna alla moda non puoi non cimentarti nelle «cronache renziane».
Repubblica , pagina dieci. Sebastiano Messina. «Là fuori professori e studenti scioperano contro di lui, boicottano i testi Invalsi, preparano le barricate per gli scrutini. E lui cosa fa? Si mette in maniche di camicia, va in biblioteca, si mette davanti a una lavagna e difende la sua riforma. Spiegando. Sorridendo. Dicendo: discutiamone».
Messaggero , pagina undici. Claudio Marincola. Renzi «in versione prof, in maniche di camicia, gessetto in mano, ha ricordato a molti il maestro Manzi e il suo “non è mai troppo tardi” amarcord di una Rai che insegnava a leggere e scrivere». (Musichetta).
La Stampa , pagina nove. Marcello Sorgi. «La Ue, con la sola opposizione dell'Inghilterra, ha approvato il piano di redistribuzione dei profughi nei Paesi membri con il solo esonero dell'Italia, che ha da tempo superato la quota che le sarebbe stata assegnata. È il risultato della politica di negoziazione condotta da Renzi e dall'alto rappresentante per la politica estera Mogherini...». (Applausi scroscianti).
Corriere della Sera , pagina cinque. Maria Teresa Meli.
«Renzi, come è noto, è allergico all'immobilismo e per lui è difficile rinunciare a un progetto che andava accarezzando da tempo».(Sullo sfondo l'immagine di Matteo a torso nudo che raccoglie il grano). Non resta che dire. A chi l'avvenire? A noi, a lui.
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