Crosetto spegne i 5 Stelle: "Invii segreti votati da voi"

Il ministro replica ai grillini: "Tutto in continuità con il precedente governo". E apre sulla trasparenza

Crosetto spegne i 5 Stelle: "Invii segreti votati da voi"
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«La verità a volte infastidisce, ma è innegabile». Guido Crosetto è diretto e senza peli sulla lingua quando inchioda alle loro responsabilità i 5Stelle che lo incalzano sugli aiuti militari all'Ucraina, al question time alla Camera, dandogli in sostanza del guerrafondaio.

«Il governo e il ministro della Difesa -dice- si sono mossi senza discostarsi di un millimetro dal solco istituzionale e di regole tracciate dal governo precedente, retto in parte da forze che oggi sono all'opposizione». Il riferimento è naturalmente all'esecutivo Draghi, sostenuto anche dal M5S e il ministro della Difesa cita il decreto legislativo del 2022, con cui fu autorizzata per la prima volta la cessione di materiale bellico all'Ucraina prorogato, «identico», da quelli sempre del 2022 e poi 2023 del governo Meloni.

Tutto questo avviene in un'aula di Montecitorio surriscaldata della protesta dei grillini, che sfoggiano la parola «Pace» sulle magliette bianche mostrate al termine dell'interrogazione al titolare della Difesa. Due deputati M5s si avvicinano ai banchi del governo e a Crosetto, portando cartelli con le scritte: «Basta armi» e «Pace».

Poco prima il capogruppo pentastellato Francesco Silvestri ha chiesto provocatoriamente al ministro perché «siamo gli unici ad avere il segreto di Stato sulle armi, come mai francesi, britannici, spagnoli, tutti possono sapere dal loro governo che mandano in Ucraina, meno i cittadini di questo Paese». E, riferendosi anche alla «minaccia di attacco diretto alla Russia, di Stoltenberg, Macron, Borrell», ha accusato di «inconsistenza e irresponsabilità» il governo, dicendo: «State portando gli italiani nella terza guerra mondiale».

Al senatore 5S Pellegrini, che vorrebbe entrare nei dettagli sui tipi di forniture militari inviate al Paese invaso dai russi, Crosetto ricorda: «Nel rispetto delle regole dovevo informare il Parlamento attraverso il Copasir e lo faccio puntualmente. Alle sue domande ho risposto al Copasir, lei lo sa, ma come me è vincolato dal segreto e non può parlare». Quindi, il ministro spiega di non poter rispondere all'interrogazione «non per mancanza di volontà», ma per non commettere un reato punibile dai 2 ai 15 anni. Crosetto, però, aggiunge che queste regole, «che avete fissato e alle quali mi sono attenuto», lui non le condivide e potrebbe anche cambiarle. «Sto pensando - dice il ministro - di fare come alcune nazioni che non hanno secretato il tutto, ma parte». Il governo, dunque, in futuro potrebbe desecretare alcune delle informazioni sulla fornitura di armamenti all'Ucraina.

All'uscita dall'aula, Crosetto viene circondato

dai giornalisti in Transatlantico e alcuni gli chiedono come stia dopo il recente ricovero in ospedale per problemi cardiaci. «Bene, bene, nonostante i 5 Stelle», scherza il gigante della Difesa con una smorfia eloquente.

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