Csm, Davigo ricorre al Tar contro la sua decadenza

Sarà pure pensionato. Ma non per questo disposto a mollare tanto facilmente le armi

Csm, Davigo ricorre al Tar contro la sua decadenza

Sarà pure pensionato. Ma non per questo disposto a mollare tanto facilmente le armi. Va avanti per la sua strada Piercamillo Davigo, uno dei magistrati simbolo ai tempi di Mani Pulite. E, come era prevedibile, ha depositato ieri il ricorso al Tar del Lazio. Il magistrato, che ha appena compiuto 70 anni, chiede l'annullamento della decisione con cui il Csm, lunedì scorso, ha stabilito la sua decadenza dalla carica di togato a Palazzo dei Marescialli in conseguenza dal suo pensionamento per raggiunti limiti di età da magistrato. Con il suo ricorso, Davigo chiede anche una «misura cautelare monocratica» ossia la sospensiva, in via d'urgenza, della delibera sulla sua decadenza. Su questo, dunque, la decisione del Tar è attesa in tempi molto rapidi con decreto presidenziale.

Davigo era stato eletto nel 2018 con un record di preferenze. Ma dopo il collocamento in pensione, compiuti appunto i 70 anni, età massima per rimanere in servizio, decade dal suo ruolo di togato. Lo ha deciso il plenum del Consiglio superiore della magistratura che, dopo un lungo dibattito, si è spaccato votando a maggioranza (con 13 voti a favore, 6 contrari e 5 astensioni) la delibera della commissione verifica titoli che ha proposto la decadenza di Davigo sulla base della considerazione che un magistrato in pensione, che dunque non fa più parte dell'ordine giudiziario, non possa rimanere nel ruolo di consigliere a Palazzo dei Marescialli. «La Costituzione ci impone di rinunciare all'apporto che Piercamillo Davigo, magistrato eccezionale, potrebbe ancora dare al Consiglio superiore della magistratura», aveva commentato il vicepresidente del Csm, David Ermini, intervenendo in plenum, non nascondendo la difficoltà di una scelta «dolorosa ma inevitabile», dato il rapporto di stima e amicizia con Davigo.

Una questione molto complessa dal punto di vista giuridico quella della decadenza di un consigliere, tanto che la commissione verifica titoli ha fatto ricorso a un parere dell'Avvocatura dello Stato: un parere che va nella direzione della decisione poi assunta, cioè che un magistrato in pensione non possa più fare parte del Csm, perché la cessazione dall'ordine giudiziario ne comporta la decadenza. Ora ancora più complessa, perché Piercamillo Davigo non ci sta. Ed è pronto a dare battaglia.

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