Dalla "cuccia di Capalbio" arriva l'attacco a Letta

Monica Cirinnà, in accordo con Alessandro Zan, è pronta a fare lo sgambetto a Letta: far fallire la mediazione col centrodestra, affossare il ddl per, poi, fare la vittima

Dalla "cuccia di Capalbio" arriva l'attacco a Letta

Vinta la partita delle amministrative, ora Enrico Letta cerca di portare a casa il ddl Zan ma ‘dalla cuccia di Capalbio’ arriva l’attacco diretto proprio al segretario del Pd.

Letta, in diretta tivù, aveva affidato proprio ad Alessandro Zan, relatore del provvedimento, il difficile compito di trovare un’intesa col centrodestra, ma gli ostacoli maggiori sembrano provenire proprio dai giallorossi. Missione quasi impossibile, sia per i tempi strettissimi sia per il continuo gioco di veti incrociati, visto che sia il M5S sia LeU si sono sfilati dalla trattativa e che la senatrice pasdaran Monica Cirinnà ha affilato le armi. L’idea del segretario del Pd era di fare di Alessandro Zan una sorta di capro espiatorio. La responsabilità sarebbe stata equamente divisa con il relatore del provvedimento, sua in caso di un accordo ampio, sua nel caso di un affossamento del Ddl. “‘Il fatto di aver scelto Zan significa che lo stesso Letta è convinto che non si possa trovare un’intesa. Il mediatore è per sua natura flessibile e Zan non lo è di certo’”, spiega a ilGiornale.it un senatore centrista. “È chiaro che è una vittoria di Renzi che propose la mediazione. Mesi fa disse che o si mediava oppure la legge sarebbe morta. Enrico Letta diceva: ‘O Zan o morte’, un po’ come con ‘Conte o morte’. Ora si ripropone lo stesso meccanismo”, è il messaggio che arriva dai renziani.

“Alla fine la proposta Scalfarotto è quella che piace di più al centrodestra e, probabilmente, potrebbe passare con una formulazione simile. Non la chiameranno così, ma quello sarà perché è la proposta che ti leva il problema dell’identità di genere”, ci fanno sapere i ben informati. Questo scenario, però, suonerebbe come una totale sconfessione della linea portata avanti finora dal Pd. La senatrice Cirinnà, infatti, non solo ha twittato “Nessun passo indietro”, ma pare che stia lavorando in tandem con Zan per sabotare la mediazione voluta da Letta. “Vuole andare al voto domani”, ci viene confidato da alcune fonti parlamentari convinte che l’obiettivo del duo Cirinnà-Zan sia quello di affossare la legge “per poi portare avanti una campagna mediatica vittimistica, coinvolgendo gli influencer così da attribuire la colpa a Renzi e al centrodestra”. Nel frattempo è entrata in allarme anche la comunità Lgbt, che sta cominciando a pensare “di essere stata sfruttata dal Pd, che ha sempre saputo che il disegno di legge non avrebbe mai avuto la possibilità di passare in Senato”.

In ogni caso, sia che il piano del duo Cirinnà-Zan abbia successo sia che la mediazione vada in porto (con un testo essenzialmente stravolto), a uscirne sconfitto sarà Letta e la sua fallimentare strategia parlamentare.

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