La sinistra politico-giudiziaria tenta la carta del «neocostituzionalismo» per provare a scardinare le riforme del governo, invocando la presunta incostituzionalità di alcune norme. Sono decenni che la magistratura partorisce sentenze creative per ostacolare le riforme sgradite, vagheggia ostacoli alla giustizia cercando sponde politico-istituzionali, mentre la sinistra usa la Costituzione come clava contro il Parlamento, occupando e la Consulta come fosse l'ultimo baluardo «rosso» da cui lanciare i soliti patetici mantra, buoni per qualche titolo di giornale. Un potenziale cortocircuito istituzionale recentemente disinnescato dalla presidenza di Augusto Barbera, con la Corte costituzionale che ha ribadito il suo ruolo di argine al possibile sbilanciamento dei valori costituzionali, con alcune sentenze «monito» su materie delicate come eutanasia o ergastolo ostativo, non certo vantando una qualche «supplenza» delle Camere.
A Montecitorio c'è stato l'esame delle cinque questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate al ddl Sicurezza depositate in aula da +Europa, Italia viva, Pd, Movimento 5 stelle e Avs. L'opposizione ha tentato di bloccare la conversione del procedimento sollevando criticità che l'Aula ha respinto con 186 voti contrari e 132 favorevoli. L'altra sera invece la Procura di Reggio Emilia ha chiesto alla Corte del processo sul caso Bibbiano - lo scandalo che ha scoperchiato la questione degli affidi di minori - di pronunciarsi sulla possibile incostituzionalità della norma che ha abolito l'abuso d'ufficio rispetto agli articoli 3, 24, 97 e 117 della Costituzione per valutarne l'impatto sul processo. L'istanza è stata depositata dal pm Valentina Salvi e dal procuratore capo Gaetano Calogero Paci. All'ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti viene contestato l'abuso di ufficio sull'affidamento senza gara del servizio di psicoterapia per i minori da parte dei Comuni della Val d'Enza alla onlus Hansel & Gretel di Claudio Foti, psicoterapeuta assolto in Cassazione.
«Quale sarebbe il parametro costituzionale violato? L'abuso d'ufficio è un reato inutile - dice al Giornale l'avvocato Ivano Iai, audito dalla Commissione Giusitizia della Camera durante l'iter della riforma - è un reato inutile che non soddisfa il principio di extrema ratio degli illeciti penali, tanto è vero che non ha mai funzionato, come dimostrano le tantissime assoluzioni, un reato spia che non esiste nel nostro ordinamento e che persegue una condotta quando non si riesce a provare il vero reato». Che sia una mossa strumentale lo conferma anche il Guardasigilli Carlo Nordio, che liquida la vicenda con una battuta: «Come si fa a pensare che una norma che abolisce un reato sia incostituzionale? È una contraddizione in adiecto (in termini, ndr), perché - una volta eliminato - il reato non può rivivere a seguito di una sentenza della Corte costituzionale. Sarebbe una retroattività della legge penale inammissibile dalla stessa Costituzione».
Peraltro, da qui a fine anno quasi un terzo della Corte - quattro membri su 15 - è destinato a cambiare perché in scadenza di mandato.
In Parlamento si discute per trovare una rosa di nomi che possa rispecchiare l'equilibrio politico: due o tre nomi di centrodestra, un moderato bipartisan e/o uno di sinistra? Un risiko che si annuncia oltremodo complicato, visto che la sinistra lo considera la sua linea Maginot. D'altronde, le sentenze della Consulta sono da sempre la cartina di tornasole degli equilibri politici.
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