Dalle tv alle ong: le prossime sanzioni Ue per fermare la propaganda filo-Cremlino

Dalle inchieste europee spunta una lista di insospettabili sovvenzionati da Mosca

Dalle tv alle ong: le prossime sanzioni Ue per fermare la propaganda filo-Cremlino
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Dai siti web ai social network, fino a emittenti tv e testate «giornalistiche», le cronache dimostrano che è sempre più difficile far tacere il megafono della propaganda russa in Europa con le armi della democrazia liberale; e sbugiardarlo con i fatti non è più considerato sufficiente. Bot, hacker e analisti filo-Putin affollano le bacheche virtuali dei cittadini Ue a venti giorni dal voto, in un clima esacerbato pure da episodi come quello che ha coinvolto il premier slovacco Fico. Bruxelles decide dunque di correre ai ripari: piazzando nel 14esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca una nuova stretta che stavolta andrà a vietare ai partiti politici, media e Ong europei di ricevere fondi russi, riequilibrando con nuovi anti-corpi un quadro segnato da svariati tentativi di destabilizzazione e inchieste: l'ultima è della procura bavarese, su presunte attività di riciclaggio da parte di Petr Bystron, deputato di Alternative für Deutschland (AfD) e N.2 nella lista per le europee, sospettato col collega Maximilian Krah d'aver preso soldi dalla Russia per lanciare messaggi contrari all'integrità territoriale dell'Ucraina.

C'è già un accordo di massima tra i 27, fa sapere la vicepresidente della Commissione europea, Jourova; entro giugno dovrebbe essere finalizzato (prima che assuma la presidenza di turno l'Ungheria, nazione scettica, sia per ragioni di approvvigionamenti da Mosca sia per gli storici legami, sui passaggi punitivi). Manca invece l'intesa per limitare i trasbordi di Gnl russo nei porti europei; un'aggiunta ai precedenti pacchetti per correggere i «buchi» che hanno permesso a Mosca di aggirare i divieti. Per ora, però, siamo solo al preludio di quella sorta di scudo per la democrazia evocato pure da Von der Leyen al Summit di Copenaghen: utile in linea di principio a difendere il Vecchio Continente dalla disinformazione del Cremlino. Poco più di una dichiarazione d'intenti dopo i provvedimenti presi già contro Sputnik e RT, media che hanno perso i diritti di trasmissione nell'Ue. Eppure immediata è stata la minaccia della portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova: «Voglio ricordare alle teste calde di Bruxelles che ci sono decine di giornalisti dell'Ue che vivono bene e comodamente in Russia... se l'Ue o singoli Paesi adotteranno misure simili risponderemo in modo molto doloroso contro gli occidentali». Ma chi sono i nuovi bersagli? Quattro media statali russi, aggiunti alla lista nera Ue: Voice of Europe, RIA Novosti, Izvestija e Rossiyskaya Gazeta, ha spiegato Jourova.

Sigle che gli ambasciatori bollano come «reti di propaganda legate al Cremlino». Insomma, proteggere l'Ue dalle ombre russe e insistere col sostegno a Kiev nella fase più critica del conflitto accelerando sui nuovi aiuti militari (Macron vedrà Scholz in Germania il 26 maggio).

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