Danneggiata la statua di Canova per un selfie. Il responsabile è un austriaco: "Pago i danni"

L'uomo individuato dai filmati. Si è scusato e si è assunto la responsabilità

Danneggiata la statua di Canova per un selfie. Il responsabile è un austriaco: "Pago i danni"

Comodamente sdraiato addosso alla statua «Paolina Bonaparte come Venere Vincitrice» per farsi scattare una foto.

L'immagine raccolta dalla telecamera di sorveglianza della Gipsoteca «Antonio Canova» ha consentito ai carabinieri della stazione di Pieve del Grappa di individuare il turista austriaco che, nel pomeriggio del 31 luglio scorso, ha danneggiato tre dita del piede destro del modello in gesso dell'opera realizzata tra il 1804 e il 1808 dal famoso artista possagnese.

Le indagini dei militari dell'Arma hanno avuto inizio quando i responsabili della sicurezza del prestigioso museo si sono accorti del danno e hanno richiesto l'intervento dei carabinieri. Gli investigatori hanno effettuato un sopralluogo e hanno raccolto elementi utili alle indagini, acquisendo le immagini della videosorveglianza interna, che immortalavano in maniera nitida i dettagli di quanto era avvenuto. In particolare, veniva accertato che verso le ore 12.30, quindi durante l'apertura al pubblico, il turista si era sdraiato a fianco della preziosa opera, facendosi fotografare da un'altra persona in posizione plastica. E nel rialzarsi, l'uomo danneggiava involontariamente parte del piede della statua.

Quando si è reso conto di quello che aveva fatto, visibilmente turbato, invece di denunciare l'accaduto l'uomo si allontanava sparendo dalla vista delle telecamere della videosorveglianza.

Le indagini, però, sono state tempestive e i militari hanno accertato poco dopo che quella persona faceva parte di un gruppo di turisti austriaci che, nel rispetto delle attuali disposizioni in materia di prevenzione sanitaria, aveva prenotato regolarmente la visita attraverso accredito, inviato via mail al museo.

Proprio da quel messaggio di prenotazione, è stato possibile individuare generalità e recapiti della donna, residente appunto in Austria, che aveva riservato l'accesso alla Gypsotecha, anche per conto degli altri. Pertanto, effettuate tutte le verifiche, i militari dell'Arma, con l'ausilio di un interprete, hanno contattato telefonicamente la signora, nel frattempo ritornata in patria, spiegandole con dovizia di particolari l'accaduto ed evidenziando la gravità del danno causato dal turista che faceva parte del gruppo che lei aveva accompagnato in visita. A quel punto, in lacrime e presa dalla disperazione, lei ha raccontato che era stato il marito a danneggiare l'opera di Canova e che, quando si era reso conto del pasticcio, invece di autodenunciarsi e solo per paura, si era dileguato.

Tra l'altro la straniera ha fatto presente che il consorte voleva scusarsi e che era pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni.

Infatti, poco dopo, l'austriaco di 50 anni, ha inviato ai carabinieri della inviava stazione

Pieve del Grappa un messaggio in posta elettronica con cui, nel trasmettere le sue generalità e la foto della propria carta d'identità, confermava i fatti, pronto ad assumersi totalmente la responsabilità del danneggiamento.

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