"Davigo denigra gli avvocati e il diritto al giusto processo"

Il legale milanese: «Le sue parole sulle prerogative della difesa sono inaccettabili. Siamo pronti a protestare»

"Davigo denigra gli avvocati e il diritto al giusto processo"

Milano Non era mai accaduto che degli avvocati dichiarassero «persona non gradita» un membro del Csm invitato a quella cerimonia in genere soporifera che è l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Ma non era mai accaduto neppure che un membro del Csm accusasse gli avvocati di essere dei perditempo a pagamento, unici responsabili della lentezza della giustizia. Il consigliere in questione si chiama Piercamillo Davigo, in queste settimane ne sta dicendo di tutti i colori e domattina rappresenterà il Csm alla cerimonia nel Palazzo di giustizia di Milano.

Il Csm ha preso le difese di Davigo. Dice che volete «sanzionare la libera manifestazione» del suo pensiero.

«Il problema - risponde Giovanni Briola, del direttivo della Camera penale di Milano - non è la persona di Davigo ma quello che dice nelle interviste da sei mesi a questa parte, da ultima quella sul Fatto quotidiano del 9 gennaio. Siamo davanti a una provocazione continua, a una denigrazione permanente non solo del ruolo dell'avvocato ma anche del diritto di ogni cittadino ad essere difeso in un giusto processo. Credo che l'avvocatura avesse il dovere di un gesto forte davanti alla deriva giustizialista in corso in questo Paese».

Se il Csm ha deciso di mandare a Milano a rappresentarlo proprio Davigo, vuol dire che il «Dottor Sottile» non è il solo a pensarla così.

«Non so come sia avvenuta la sua designazione, con quali criteri, quale logica. Di sicuro le ultime elezioni per il Csm dicono che Davigo ha un suo seguito tra i suoi colleghi. Ma cosa cambia? Il Csm ci ha ricordato i meriti di Davigo ai tempi di Mani pulite. Ma qui in discussione non sono i meriti o i demeriti di Davigo, il seguito che ha o non ha all'interno della categoria. Noi riteniamo inaccettabili le cose che dice proprio per il ruolo istituzionale che ricopre. Non c'è solo il tema della prescrizione, sul quale, dati alla mano, possiamo dimostrare che nella maggioranza dei casi la prescrizione scatta prima ancora che i difensori possano avere aperto bocca, e quindi dare a noi la colpa dei processi-lumaca non ha alcun fondamento logico. Penso alle cose che Davigo ha detto sulla difesa dei non abbienti, che se fossero attuate toglierebbero di fatto ogni tutela legale a chi non può permettersela, nonostante la Costituzione la garantisca. Ma per Davigo la non abbienza, ovvero la povertà, è una categoria fantasiosa».

Vedete un filo conduttore tra le teorie di Davigo e la linea del ministro della Giustizia Bonafede?

«Io non so se sia Davigo l'ispiratore del ministro, bisognerebbe chiederlo a loro. Di certo le loro posizioni sono quasi identiche».

Credete che la linea Davigo-Bonafede possa essere sconfitta in Parlamento?

«Io credo nell'intelligenza dei nostri parlamentari. Capiranno che un processo infinito è devastante tanto per l'imputato quanto per la vittima. Che senso ha per una vittima ottenere giustizia dopo trent'anni?».

Il Csm vi ha già fatto sapere di ritenere «irricevibile» la vostra richiesta di sostituire il dottor Davigo con un altro consigliere. Quindi domattina ve lo troverete davanti all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Cosa farete? Abbandonerete la sala?

«Lo scoprirete domattina».

(In realtà qualche domanda se la fanno anche alcuni colleghi di Davigo, che

ricordano come il Csm lo abbia mandato a Milano solo per esporre i documenti ufficiali del consiglio e non per dire tutto quello che gli passa per la mente. Ma sarà in grado di trattenersi? Anche questo si vedrà domani).

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